Cultura dell'utile

Non pensiamo sia un caso aséstato che si teme con tutte le nostre durezzze cerebrali ciò che viene e ciò che va al nulla inodore. Così i carocci, come si chiamano da me con una parola bellissima, cioè i bambini, quando fanno fuori i secoliin scivolata e sgusciano come teste di verme dalla vagina traboccante della madre sono appena usciti dall'ultimo budello del nulla. Per una frazione di secondo c'è stato un nullicidio. 
La gente li guarda con benevolezza perché teme di vedersi ricrescere quella corda di carne viscera che è la corda ombelicale, teme che il proprio nutrimento torni dalla sacchetta nullebonda. Timore ben fondato, perché se il budello quando si nasce è di carne, quando si muore è una larva di legno zincato. Un escremento dell'edilizia necrofora. E si scivola nel carbone cotto. 
I bambini vanno riempiti di cultura come i polmoni d'aria chiara. I bambini vanno incisi, così fanno parte dei nostri, perdono le fattezze mollicce e marmellose del nulla, ed a vista, come nei film dove si vede cogli occhialini speciali infrarossi, i loro corpicini sono contrassegnati di fosforescente e chi guarda è al sicuro. 
La cultura dell'utile si salva.

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