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Visualizzazione dei post da aprile, 2013

Camera di Scrittura per Inoperosi

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Ieri notte l'ambasciata dei sa gg i s pensierati mi ha invitato a far p arte d ella Camera di Scrittura per Inoperosi , dove si pratica l 'inoperosità limitatamente a lle sue forme n egative , in qualit à di copista dell'indiscusso . Ho accettato. 

Rimanere scemi

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Lo so, sembro un vecchio bacucco scemo, che spar a gaffes peggio d i Lucia Annunziata (che non posso rite nere personaggio a me affine, ma nemm anco mi sta antipatica più di altri, co me Travaglio o Sallusti per esempio ) , comunque volevo dire che c'ha ragione P. che ogni tanto ci incontriamo , con la frequenza piùommeno di q uan do incontro il grillo parlante della mia coscienza, che P. dice che menomale che lui non è mai stato all'antica, ma alla moderna alla fine , perché se nel 2013 con quello che è successo, che s'è dimesso un Papa, s'è votato ma si è senza governo, e il Presidente della Repubblica italiana è stato reincar n ato per la prima volta nella storia, allora a essere all'antica in questi nostri tempi c'è il rischio, dice P., di fa rsi scoppiare il cuore, dalla modernità. Dal cambiamento.  Io sono legato a P. dai tempi che si faceva insieme le buche, la calce e la g ettata industriale, ci si è sempre voluto bene rispettati e scambiati pensier

Gianni Celati, la letteratura minore e Joyce

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"Passar la vita. G ennaio 2006. Quello che scriver ò sono osservazioni sul modo di passare la vita in un piccolo villaggio africano, piantato nella gr ande savana che va dagli ultimi quartieri di Dakar al confine settentrionale del Senegal. Vorrei che tutto apparisse meno romanzesco possibile, perché non se ne può più di queste vit e da romanzo a cui dovrebbe somigliare anche la nostra. Giorno per giorno passa la vita e basta. " (Gianni Celati, P assare la vita a D iol K add ) In questi due filmati di non grande qualità audiovisiva ( qui e qui ) , Celati presenta la sua traduzione nuova di zecca dell' Ulisse di Joyce, uscita da poco per Einaudi.  Vi consiglio soprattutto di leggere il cappello che Celati ha scritto per questa edizione , notevole per la bellezza stilistica , il profilo sempre tenuto basso da Celati che non ha proprio la voce baritonale da professore e l' acutezza critica delle sue notazioni ( si avanza il parallelo tra l'

Franco Battiato vuole la moglie piena e la botte ubriaca

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Per carattere e (mal )educazione, h o sempre simpatizzato per quei guasconi brutti e ignoranti che sbraitano baccagliano e insultano il televisore acceso sopraffatti dall'impotenza di non poter controbattere ai fotogenici belli e intelligenti che pontificano via cavo.  Di norma pure io lo faccio il bischeraccio brutto e ignorante quando mi capita di sentire qualcosa di storto che passa in tv; spesso mi capita, a dire il vero, di sentire discorsi stortignaccoli in tv ché tante volte mi so' quasi fatto afferrare per pazzo contro il televisore e la gente che si faceva attorno per separarci, riportar e la pace; altre volte sto buono invece, anche se magari ci sarebbe da partire in quarta a bestemmiare davanti a quel cazzo di elettrodomestico che va "a pieno regime" ma non sto di vena e lascio correre, mi succede anche questo; altre volte (scusate i continui punti e virgola ma li uso come forma di rispetto per voi lettori, se non ci credete leggete il professor Raimo

LO TASSO FOREVER IN “AMORE LETTERARIO D'APPENDICE”

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(Un amore di Lo Tasso - disincatenamento) Del tuo pallino di fare il solitario Oggi Non saprei che farmene Della tua vena autolesionista Lo ammetto Ancora mi piace Pensarti nel tuo lento Letto di suicidio Ma In definitiva Quello che ci legava Era il tuo fiato randagio La tua barca assonnata Il tuo carico pallido di lagrime Persi questi talenti con la tua dipartita Annegato il tuo fare il solitario suicida Perché dovresti mancarmi anche dopo morta quando So perfettamente che non potrai mai più tornare In quanto sei morta? Perché doverei tenderti, se potessi, la nervosa mano per farti Tornare dall’aldilà all’aldiqua come tirandoti su  dacché sei caduta, magari in fondo ad un pozzo estremo al tuo ghetto di morte? Perché dovrei allungarti un barlume di bastone mentre scendi Incautamente i gradini delle scale? Scale su scale, moglie amata, una montagna di scale come una montagna di sedie da bruciare in piazza. Il meglio