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Visualizzazione dei post da luglio, 2013

C'è la crisa

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Guardavo l'archivio del blog. Negli anni passati, ho sempre fatto più di cento post, quest'anno a malapena trenta. Simpatica come cosa. Poi a pensarci mi sono detto che poteva sembrare (l'andamento del blog) come l'andamento delle aziende, che diminuiscono la produzione perché vendan di meno. O c'è meno richiesta... colla crisa poi... A parte il fatto che ci credo poco, nel senso che tante aziende che vedo io hanno ridotto solo il personale, ma fabbricano praticamente le stesse merci di prima, in quantitativi per lo meno, in qualità se ne sono calati, ma gliene frega una mazza... a parte questo, dicevo, io la crisa nel blog mica l'ho sentita tanto, un po' i russi, un po' li americani come scrissi giorni fa, un po' gli slavi che mi danno una grossa mano, (ma anche li italiani vengano), io non trovo che le visite siano scese di molto, non posso dirlo, sì certo più pubblichi più la gente viene, però il fatto è che secondo me la crisa non è fuori, per

Gli infelici e il potere intellettuale

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"Vedi, Daniel" mi disse con una tristezza autentica, sorprendente in lui, "il solo progetto dell'umanità è quello di riprodursi, di continuare la specie. Anche se tale obiettivo è evidentemente insignificante, essa lo persegue con un accanimento spaventoso. Anche se gli uomini sono infelici, atrocemente infelici, si oppongono con tutte le loro forze a ciò che potrebbe cambiare la loro sorte: vogliono dei figli, e dei figli simili a loro, per scavarsi la fossa e perpetuare le condizioni dell'infelicità. Quando si propone loro di compiere una mutazione, di avanzare su un'altra strada, bisogna aspettarsi feroci reazioni di rifiuto. Non mi faccio alcuna illusione sugli anni a venire: a mano a mano che ci avvicineremo alle condizioni di realizzazione tecnica del progetto, le resistenze si faranno sempre più vive. Inoltre, il potere intellettuale globalmente è detenuto dai fautori dello status quo. La lotta sarà difficile, estremamente difficile..." .   

Il primo (e il secondo) di ventiquattromila baci

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Approfitto del caldo torrido di questi giorni dove nessuno legge niente su internet per pubblicare un racconto che getta qualche ombra sull'estate.

L'arte di trollare

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In questo numero del Ponte lunare ho voluto fare un doveroso omaggio agli amici troll che di solito saltabeccano qui da me.  Ho copiato di seguito i commentari dei due post con la massima affluenza trollica mai raggiunta sopra a sto blog, si tratta dei post Una poesia di Lo Tasso su Torna l'autunno letture dure e  Una storia d'amore se è una storia d'amore è una storia d'amore a distanza (casomai qualcuno volesse andare a vedere gli originali). Per me fu un grande onore avere quassopra tante voci e scritture artistiche. Li ringrazio tutti.  Prima di lasciarvi al loro spettacolo che io ritengo senza mezzi termini il più bel fatto d'arte successo in rete negli ultimi tempi (e gli sono ben 512 commenti mica cazzi!), volevo dire che sono presenti nel commentario alcuni interventi di amici blogger, se hanno fastidio di essere stati pubblicati in un mio post, non hanno che da comunicarmelo. A tutti buona lettura 

Gli americani

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Come sapete perché ve lo scrissi (clic qui) , l’anno scorso, di questi tempi qua più o meno, me ne sono andato a fare il venditore ambulante sulle spiagge della costa adriatica di un libricino mio di novelle per l'estate. L'operazione rientrava anche in un certo disegno mio di promozionare la mia opera negli ambienti ricreativi.  Tenevo i libri legati alla casereccia dentro un secchiello pieno di ghiaccio e gridavo libro bello libro! Ho venduto tre copie. E una di queste l’ho regalata. Quelli che però hanno letto si sono complimentati, dicevano come scrive bene lei... Il bottino essendo stato magro quest’anno salto, ve lo dico pari pari. Salto viepiù perché credo di scrivere molto meglio rispetto all’anno scorso e questo richiederebbe un aumento del prezzo di copertina… non so se mi conviene giocare al rialzo al mare dove ho già la concorrenza del Calippo, del cono, della coca-cola, della Peroni ecc. Comunque sia, ho anche altre ragioni per disertare le spiagge st’

Storia di un dizionario dove le parole vanno inseguite

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Secondo quanto sostiene il poeta andaluso Javier Bribón-Anaja nel suo lungo breviario linguistico scritto durante un soggiorno in Italia (terra che conosceva bene per avere un nonno e un'amante di origini lucane), l’italiano come lingua gli aveva sempre dato la sensazione che convenisse assecondarla, come un fiume, come una dama fatale, sicuramente metterci in mezzo il proprio corpo a mo' di un frangiflutti , ma assecondarla, per l'amor di dio. Alla lingua italiana come la vede Bribon-Anaja non si dovrebbe torcere manco un capello, oppure, se proprio si deve, conviene pochi. Forse l’italiano più che torcergli i capelli, mi viene da dire, è una lingua che è meglio fargli diventare tutti bianchi i capelli o megli’ancora brizzolati (ma su base castano nera, come i miei - e non per vantarmi ma brizzolati base chiara è uno schifo - va bene pure tingerli, o mettere il parrucchino).  D’altronde, la questione, se questione si vuole qui porre, è tutta sulla melodia (in una vel