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Visualizzazione dei post da maggio, 2013

LA NUOVA CINQUE EURO E ALTRE STORIE DI SUPERFICIE: una novella bancaria (rubrica morale)

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S iamo onesti per una volta : i n sé e per sé, in su e in gi ù , come la metti la metti , la cosa ci riguarda da vicino . S e infatti non riguarda noi la cinque euro, la cinque euro nuova fiammante, a chi dovrebbe importare, scusate, ai grandi mecenati e industriali? Anche, mi direte, perché è dall’alto che tutto parte e scroscia verso di noi sotto a cacarella…  Epperò resta saliente che io di questo, cioè di banche e finanza, non ne so nulla, ho il conto alla posta per giunta, quindi potrei starmene tranquillo e chetato, ovvero delle banche e della finanza potrei pure non interessarmi, tuttavia, pur tuttavia, credo che ultimamente si stia m ontando a vostr a insaputa una narrazione di stato sulla messa in circolo della nuova cinque euro e tutti ne state facendo i promotori e le vittime per colpa dell'ignorantità di stato che vi hanno imparato a scuola e della noia che questa ultima butta fuori da s e mede sima vero i suoi circoscritti (tutti) . Si va verso l’esagerazione,

Le tre corone del paese

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Diciamo questo, se io andassi mettiamo in un posto x a una data ora di più intenso passaggio e chiedessi ad alta voce chi sono le tre corone del paese? Di rimbalzo quasi immediato averei che qualcuno con qualche rudimento letterario minimo mi direbbe, ma signore, facile, Dante Petrarca e Boccaccio. Io direi giusto, bene, bravo sei ben infarinato in italiano, ciao, arrivederci. Eppure c’è nei paesi (non nel Paese) una memoria, come dire?, collettiva, ancestrale e comune che passa di testa in testa senza nessun apparente contatto, nemmeno commercio nella storia o che, per cui vi voglio raccontare che qualche tempo fa, parlando con una dolce signora di rione che conosco io, signora molto linguacciuta, che ci avrà una settantina d’anni e che a scuola non ci è andata e che non gliene po’ fregare di meno detto volgarmente della letteratura, figuriamoci di quella fetenzia di letteratura italiana, mi ha detto che io prima di tutto sono un po’ insolente in generale e con la faccia beffa

Un grazie alla Dimora

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Francesco mi strappa dall'apa tico e solo per questo lo ringrazi o . M a oggi c'è un che di più che vi devo raccontare : s tamattina stavo dormendo all'ing rosso dopo la solita settimana di m e il fine settimana di m, quando il mio c ampanello di casa s' è messo a squillare come un pazzo. Ho una paura nera del campanello, non so perché. Ma non era questo il caso: sotto la mia finestra quasi volesse farmi una serenata a colpi di urlacci di richiamo e sassate , il volto in fiamme dalla gioia e al colmo del lacrimevole, stava il piccolo Matteo Lo Tasso, che è un cogno ve lo dico ma è anche il degnissimo figlio del ben più noto (non m e ne voglia) Mario, di cui ho qui più volte dato prova dell a sua maestria poetica. Ma tteo , dopo il click del portone d'ingresso, col cuore in gola, è salito le scale quattro a quattro a portarmi questa splendida notizia . Sì, avete capito bene, il poeta più sconsiderato, ignorato (per scel ta sua ma non solo) isolato e i

Primo maggio

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Il primo maggio era che noi della famiglia operaia si andava al mare coi panini, il timballo, il polletto, la gazzosa  in vetro, il tè  fatto in casa, la prima fava… E ci portavamo dietro l'ombrellone giallo paglia che sembrava pure quello fatto in casa   e due seggie sdraio per litigare noi tre figli Il viaggio non era un viaggione,  perché al mare a dire il vero noi  ci abitavamo già Primo maggio… Cono stracciatellaepistacchio