Un giorno postumo accaderà una cosa che sto cercando da sempre di tenere nascosta ai miei pari. Cioè che qualche biografo di me vorrà capire perché mai io sono anni pieni che scrivo racconti e racconti e racconti (e poi li bruscio) di sfaccendati, cialtroni, imbriachi, perdigiorno lazzaroni. L'ultimo proprio qualche ora fa, sul disfar del mattino... C'è un fondamento direi gnoseologico. Sin da piccino scalcicchiò nel mio ventre un senso che altri non capiveno: che a me mi sembrava tutto falso, e allora anche tutto più brutto. Per esempio, mica ci credevo tanto che la gente che diceva che si faceva un mazzo tanto a lavorare poi sto mazzo tanto se lo faceva veramente a lavorare. Eppure tornavano nelle loro case tutti sporchi di calcinaccio, sudore, terra, gesso, inchiostro, vetri, vernice, sperma... Era dura da capire, però finché non ho iniziato pure io a (dis)fare qualcosa, mi persuadevo che suvvia erano bizze del mio cervello... che invero no no, erano tutti operosi, tutti s
Boh, io l'ho sempre letto nelle edizioni Adelphi, che però in effetti non paiono appropriate per Simenon, proprio esteticamente intendo.
RispondiEliminaGrandiosa l'intervista, da annotare parola per parola. :-)
Secondo me, invece, il problema delle edizioni Adelphi, con Simenon, è etico, non estetico. La estremizzo un po', ma è come se avessero tolto alla gente uno scrittore di qualità per la gente, consegnandolo al lettore elitario.
RispondiEliminaStanno facendo uguale con Sciascia...
Sì, in effetti, hai ragione... avevo capito che tu indessi questo. ;-)
Elimina(ma parlando di estetica intendevo anche questo... le rilegature e copertine di Adelphi infatti sono troppo minimaliste-patinate-radical-chic).
Dicono che i dorsi adelphiani siano perfetti per arredare una stanza (presumo borghese)
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