Controtendenze, Gianni Celati

Un libro del 1985 di Gianni Celati, abbastanza rivoluzionario per la piccola Italia (specialmente d'adesso)

Dopo gli esordi sperimentalisti per lo più raccolti in Parlamenti buffi, Celati medita un rilancio artistico diverso. Passano molti anni, e alla fine, esce nell'85 Narratori delle pianure
Il percorso che porta dai Parlamenti ai Narratori è, in qualche misura, beckettiano.  
Il Celati degli esordi infatti si muoveva come Beckett dentro il paradigma di Joyce e dentro quello di Céline, degli innovatori mimetico-linguistici per intenderci, in quella fase storica che si potrebbe sintetizzare per far piacere a chi non ha tempo da perdere in Apoteosi della parola o anche in Apocalittici della parola. 
Su questo rigaggio nasce, per Celati, Le avventure di Guizzardi (anno 1973). Un continuo spettacolo acrobatico-linguistico con esiti umoristici molto divertenti, tutto incentrato attorno al virtuosismo stilistico, all'extra-vagante mentale, al delirio narrativo partorito da un IO scrivente drogato dalle esperienze più estremiste  del novecento letterario d'avanguardia. 


Dopo questa stagione iniziale, come Beckett, Celati si rivolta al babbo, ma nessuno dei due lo ammazza. Beckett sceglie di prendere la strada opposta a Joyce, una sorta di silenzio parlato (non uscendo in pratica mai dal suo labirinto paradigmatico - di Joyce padre - , invertendolo semmai, nell'opposto speculare) mentre Celati decide di battere altre strade, lasciar perdere l'originalità assoluta, e recuperare zitto zitto chiotto chiotto la novella tradizionale italiana. 
Il salto non è da poco. 
Nascono così questi racconti dei Narratori delle pianure. Racconti dove l'estrema soggettività, la pesante presenza dell'autore vengono sostituite dal narrativo oggettivo, per storpiare un canone. 
Celati era uno dei discepoli di Calvino (stilisticamente interno alla tradizione novellistica italiana), il quale aveva speso grande parte della carriera dietro la fallimentare lotta della parola per farsi oggetto, sostanza, essenzialità, anti-sbavatura, anti-personalismo.
E così sono questi racconti, dove il narratore scompare dietro alle storie (ordinarie e "residenziali", comuni e semplici, beffarde e cattive) raccattate qua e là da altri narratori fantomatici che vagano come i personaggi delle storie, per la pianura padana e per alcune linee stradali metropolitane, in una foschia ariostesco-felliniana, ma anche in una foschia postmoderna, suburbana, in odore e quasi in anelazione di farsi interland metropolitano, di dormitori perfiferici in campo aperto, di una nuova pianura industrializzata. 
Non diverso per tema è il diario-documentario dell'89 Verso la foce, in cui Celati ascuisce ed aguzza ancora di più questo sguardo spogliante sul reale letterario... sulle parole di troppo. 

La nuova poetica di Celati, sposandosi anche colla fotografia (da cui le collaborazioni con Luigi Ghirri e i documentari filmati da lui realizzati), si nota pure dalle copertine dei suoi libri, dove al concettualismo delle copertine di Calvino e alle copertine moderne dove sopra cd e romanzi vediamo facce, facce di cantanti in primo piano, facce di scrittori, facce di poeti, facce di... Celati a questo esibizionismo feticista personale, sostituisce un paesaggio, e al lettore che lo guarda dà le spalle, preferendo l'oggetto circondario o quello che la finzione letteraria ci farà vedere, nella sua secca rappresentazione, come oggetto circondario... 

In Italia ci sono anche adesso, (fuor di fandonia), dei grandi scrittori, molti dei quali sicuramente più originali di Celati, forse più interessanti di Celati... ma la poetica che nasce dai Narratori delle pianure e che prosegue fino agli ultimi Costumi degli italiani, costruita sul recupero della nostra tradizione più radicata ma anche più recente, è probabilmenteuna delle più ampie e complesse degli ultimi decenni in Italia e in Europa. Secondo me.

 
  
  

Commenti

  1. Gran bella nota, Din.

    fm

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  2. grazie, Francesco.

    mi sembra di ricordare che sei un estimatore di Celati. se t'era sfuggito ti linko e linko per tutti un suo racconto apparso sul Corriere qualche anno fa: http://archiviostorico.corriere.it/2009/novembre/22/Tempesta_Scatenata_dall_Ispettore_Fantasma_co_9_091122064.shtml

    cià

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    1. Più che un estimatore, Din, sono un vero e proprio *devoto* di san Gianni da Celati :)

      fm

      p.s.

      Leggilo, Galiazzo, è veramente bravo assaj assaje.

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    2. Io Frà sarei devoto a san Giuseppe da Montesano... ma dato che mi fa incazzare che aiuta chi non ne avrebbe bisogno (probabilmente perché ha bisogno lui Giuseppe) lo declasso dietro a beato Giampaolo di Ripa Rugarli.

      ps:
      Galiazzo: m'avete convinto. :D

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    3. Non ti nascondo che anch'io nutrisco devozione per i due santi da te citati, ma l'orgasmo totale da orgia estatica lettorale me lo procura solo il beatissimo San Michele da Mari.

      Non ho letto ancora l'ultimo libro di Galiazzo, ma ti assicuro che i due Einaudi pubblicati sul finire del secolo scorso sono libri *splendenti*. Provare per credere.

      fm

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    4. Sì, in Italia, nonostante *tutto*, abbiamo una decina di eccellenti scrittori.

      Persi, purtroppo, nel mare magno del ciarpame e del cianfrusagliume narrativo imperante.

      fm

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    5. sai che la penso così anche io, Frà. gli ci vorrebbe più pubblicità decente a questi qui. il problema non sono loro, sono i "tramiti". se di Celati o di Mari ne parlano solo gli intellettuali la gente non li legge perché gli puzzano di scolasticamente alto.
      di un Montesano ne avrebbe dovuto parlare che ne so? Troisi.

      è complicato il sistema, però il risultato gli è che i boni da leggere si leggono poco...
      in linea di massima, non ci si capisce una ramazza...

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    6. guagliù, fatemeli, pls, 'sti diecinomitaliani, ché in estate, me li sparo. (cìò una amica in biblio... una ninfomane... se ci scappa il morto, faccio i pdf e li metto in rete)

      ilMatt., i partenopei e i siciliani no, ché li saccio tuttiquanti... :) (vabbuò, devo ripassare chimica)

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    7. in ordine sparpagliato, forse mi dimentico qual che d' uno, ci sono napoletani dentro e il Siciliano, c'aggia fa? cmq se n'è parlato spesso di questi...

      Lodoli
      Ferrandino
      La Capria
      Arbasino
      Camilleri
      Celati
      Cavazzoni
      Mari
      Rugarli
      Montesano
      Matteucci
      Larry Massino
      Contadino della sua terra
      Elena Ferrante
      Sergio Soda Star
      Fruttero&Lucentini (Fruttero è morto da poco...)

      pure di poeti ce ne sono di gran livello, ma è più ferrato Francesco, che è anche uno di loro.


      ps: Matt, studia la chimica ché in quel campo là uno come Saviano non ci diventava scienziato manco se studiava la mafia dei neutrini....
      prima di tutto perché doveva studiare...

      se mi viene in mente qualcun altro... te lo mando
      per es, su NI (che non si dica che discrimino)
      si erano manifestati un buon Arlotta e un buon Federico Buratti

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    8. Thx, Din.
      Belle gambe la Matteucci.
      Ferrante la sto smagliando - sospetto sia n'ommo.
      Lodoli è in voga da quando facevo le medie. Le profe lo addorano. Ogni anno sempre più assai.
      Gli altri son pesi massimi. Qualcuno già m'ha mandato knock out a più riprese.
      Ai pesi massino gli vado a sfruculiare la mazzarella di san Giuseppe spesso e volentieri ... :P

      Da Carlotta e Burattini, pel momento me ne sto alla larga.
      Di Mari m'incuriosisce il najaromanzo, ma in biblio non cìè.

      Dei poeti leggo Mesa, che mi fa stare bello.
      fm, sgancia gli altri! ;)

      ilMatt: anche se penso che mi farò fuori Landolfi e Manganelli sul serio (per gioco) 'sta volta, 'sto verano. Lacrime esangue.

      Elimina
    9. Matt, di corsa: alla lista di Dinamo aggiungi *almeno* Antonio Moresco (quello che trovi).

      Hai aggiunto? Bravo! Adesso cerca *assolutamente* i due romanzi di Carmelo Samonà: "Fratelli" e "Il custode". Il nome dell'autore non ti dirà niente, probabilmente, esattamente come al novanta per cento delle persone che leggono romanzi, ma è un gigante: dalla casa dei "fratelli" non uscirai mai più...

      E visto che ci sei, (ci sei?) beccati anche questi, uno più bravo dell'altro (i primi che mi vengono in mente in questo memento):

      Andrea Tarabbia – Il demone a Beslan
      Emanuele Tonon – Il nemico
      Emanuele Trevi – Istruzioni per l’uso del lupo
      Gabriele Frasca - Dai cancelli d'acciaio

      Ce ne sarebbero altri tre o quattro, ma li conosco di persona e il *gioco* non vale.

      Prima o poi ri-passo e ti passo qualche poeta da leggere - du indando non fare sgherzi, sdaddi bbello gon Giuliano Mesa.

      fm

      Elimina
    10. non dimenticare Victor... che, premesso che sia lui sia Mesa sono poeti enormi, ma enormi enormi, io tra i due preferisco Cavallo.

      Elimina
  3. quodlibet ha da poco ristampato il suo primissimo libro: "Comiche"
    comunque iio (imbianchino italiano onesto)il Celati che preferisco è quello de "La Banda Dei Sospiri"
    posso darvi una dritta? Matteo Galiazzo; uno che dopo tre libri, di cui uno davvero sorprendente ( Cargo )ha deciso di licenziarsi da scrittore. Per "Indiana" è uscita una raccolta di sue robevecchie.

    iio

    RispondiElimina
    Risposte
    1. @imbianchino italiano onesto

      ho letto su satisfiction stralci di Comiche (che non ho letto).
      Sinceramente non mi pare niente di eccezionale. anzi. poi magari non è proprio proprio tutto così.
      gli sarebbe stato difficile trovare un editore, senza calvino. according to me.

      Elimina
  4. quodlibet mi sono simpatici.

    Galiazzo l'ho sentito, se ne parlava bene. mi dispiace che sei onesto, ma non volendo discriminarti per questo, e sapendo io bene che vole dirsi imbiancare, vo a fidarmi...

    La banda dei sospiri si può leggere anche in google libri. per chi fossemai interessato.

    cià

    RispondiElimina
  5. France', come fa uno che ama tante belle cose, tra cui l'iconoclasta Bolano, a considerare da leggere lo scrittore perennemente in posa esistenzial spiritual autoriale Antonio Moresco? L'articolo su Teresa D'Avila appena pubblicato su Primo Amore è penoso.

    Che si dice di Chiara Valerio? Vila Matas ne parla bene.

    Matt, io leggerei anche il primo Pinketts: il un paese civile la saga Lazzaro Santandrea sarebbe popolarissima; in ogni caso " il conto dell'ultima cena " è un gran romanzo.

    Ps: è uscito il 25 sulla ruota di Roma.

    Ps2: Larry Massino è uno scrittore sopravvalutato. I suoi primi quindici romanzi sono ancora sopportabili, ma poi è diventato produzione industriale: gli ultimi 378 sono tutti uguali.

    Fiesole, 26 maggio 2065,

    Il lucidaparole ufficiale

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  6. Caro *lucidaparole ufficiale*, potrei risponderti, riguardo a Moresco, che, come ben sai, "al-cor non si comanda", con tutto ciò che sequi-tour... Sai bene, pure, che le pose e le posette dei "nostri", quando leggiamo un libro, le lasciamo ben volentieri al corredo plissettato e paillettato dell'esistenza che si creano o si fingono, della quale, come dicono proprio a Fiesole, "frega 'na beata fava": noi, nelle loro opere, tu mi in-segni, cerchiamo tracce di inesistenza e, per quel che mi riguarda, nella scrittura del bell'Antonio (sic!) mi sembra, non da oggi, di scorgerne parecchie.

    Delle copule moreschiche con la caliente Teresa in fregola mistica poco saccio e, grazie al tuo alert, meno che nulla continuerò a sapere, visto che non bazzico molto le chiese: per me lui rimane l'autore dei "Canti del caos": un capolavoro.

    E poi, scusami se te lo faccio notare, ma ti sbagli anche su Massino, nient'affatto sopravvalutato secondo me: dovendo scegliere nella sua copiosissima produzione, io consiglierei proprio di frugare a caso tra gli ultimi 378 romanzi: una miniera nella quale si aggirano parecchie pietre preziose (cosa che dovresti ben sapere, dal momento che li hai letti e "luci-dati" tutti).

    Ciàu.

    fm

    RispondiElimina
  7. Dimenticavo: con tutto il ris-petto per la pulcherrima fanciulla che immagino sia, ignoro tutto della sig.ra/sig.ina Chiara Valerio.
    Per farmi perdonare, potrei dirvi tutto tutto ma proprio tutto dell'opera omnia della contessina-rossa-con-sindacato-incorporato, opera della quale mi onoro di non aver mai letto nemmeno un rigo, foss'anche per sbaglio...

    fm

    RispondiElimina
  8. Avrei voluto ringraziarvi nottetempo o nel prosieguo del dì per le noterelle donatemi, ma quando la bibliotechina mà dato 'o canzo di venir fuori dalla sua teca, nn aggio potuto far altro che correre verso l'ora di chimica per poi schiacciare le mie membra sul mio caro letto a castello ...

    Coi miei guanti di paraffinatezza vi ringrazio tuttiquanti (ossia: Din, fm & Larry). Da domani inizio a violentare Librolandia.

    KNO3: ilMatt.

    RispondiElimina
  9. Stentincovèscion per la paraffinatezza.

    Ci ha pure ragione France' nostro, ché a rigore l'autore può essere una chiavica, ma la sua (manod)opera un capolavoro. Però, se questo è il principio, non potrebbe essere che vale anche per la raccontessina?

    Su Larry Massino, io lo leggo rEGOlarmente almeno dal 2015: tutto uguale... oramai siamo al 2065, (ing)anno dopo (ing)anno la stessa solfa... Prima avevo stima incondizionata, ma ora gli preferisco il classico Bob Generoso.

    L.Uff.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Giusto, L.Uff., il principio dovrebbe valere anche per la rac-contessina, sono d'accordo. Però ti sfido a trovare una 'ntecchia di inesistenza in una quale & che sia paggina dalla di lei prodotta o pro-curata. Notte fonda & ò de tualèt arrogans a tutto spìano...

      Su LM sei ingiusto: TUtti noi lo leggiamo almeno dal 2015 e non è vero che è TUtto uguale, sei TU che non ti rendi con-te che siamo di fronte a un prodigio: LM è il Pierre Menard di se stesso!!!

      Bob Generoso ci piace, nevvèro, ma abbisogno ancora di farsi, e alla grande, dopo l'incomprensibile e immotivato ri-tiro che sai. Lasciamolo crescere...

      fm

      Elimina
  10. mamma mia quanto scrive bene Dossi. pare Joyce. ma in italiano. sembra l'altrieri, ma era il 1870...
    fatte le nalisi del d(i)n a pare gli fosse padre, Dossi, a Giacomo. fonte: blog di grillo.

    Moresco non mi garboli nemmeno a me. e tra la Valerio e il sottoscritto c'è un conte ozioso... quindi non ne parlo. sennò si sveglia.

    vi voglio bene a tutti... di cuore.
    grazie d'aver partecipato

    din (don)...
    (don) din

    RispondiElimina
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    1. Din, anche noi tivogliamo bbene assaj. Basta che non ti fai prete: Buongiorno don Din, come va? suona male male.

      (Un mio maestro d'antan diceva che Dossi era uno dei più grandi scrittori che l'Italia avesse mai prodotto...)

      fm

      Elimina
    2. Non ci dimentichiamo il buon Nievo però, che se non fosse morto a trent'anni per una morte shelleiana... sarebbe diventato un autore maggiore importante come Manzoni o Alfieri (certo Le confessioni, soprattutto la prima parte, è un libro molto più bello dei Promessi sposi). Ma Nievo, per l'appunto, è un maggiore, mi interessa meno del minoritario Dossi che è veramente un outsider della nostra letteratura (interessante anche Imbriani), e sono d'accordo con CB che diceva di preferire Dossi a Gadda (che a me al cento per cento, per quanto mi piaccia tantissimo, non mi convince: motivo? è troppo cerebrale).

      Francè, ma secondo te divento prete? mi vedi a me a fare le prediche? tutt'al più mi vendo a (f)rate...

      din don
      don din...
      mi sembrava un bel chiasmo onomatopeico a carica calemburante... :D

      Elimina
  11. Celiavo, Din, come don non ti ci vedo proprio.
    O forse (s)proiettavo un mio vecchio sogno, ogni giorno sempre più ricorrente: entrare prima o poi in un commento di clausura :)

    fm

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  12. prete no, non mi ci taglio nemmeno io.
    però maggiordomo del papa sì, sono curioso peggio di una
    comare di paese.

    capisco le tue esigenze, Frà, se vuoi un ausilio, fischia e batti le mani,
    non ti lascio certo da solo nel commento del bisogno.


    din, il Morgante Maggiordomo

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Mi hai rubato l'a-spirazione: dal commento di clausura al maggiord'amo del pappa il passo (o il pasto) mi sarebbe venuto naturale...

      fm

      Elimina
    2. a frà, lo sai, chi va a roma perde la poltrona.
      non vorrai mica tarparmi le ali?
      io debbo costruire il mio

      *pontifico* lunare...

      Elimina
  13. Con-vento a favore, poco più in là dal monastero di Santa Chiara, sono riuscito a sottrarre ad un bancarella (un bancarella da premio) - specializzato in enciclopedie [a proposito, per caso vi occorre una Enciclopedia di Meccanica?] - in combutta col sodale xxxxxxxx, parlando amabilmente della papponaggine di AdL e di Mistica Cavaniana, La cipolla del Moresco e i due romanzi di Samonà...

    ilMatt., "il progetto continua..." (cit. :D)



    Per fede e non per vanteria; sempre, ovunque e comunque: FORZA NAPOLI! Ciuccio fa' tu! :P

    RispondiElimina
  14. Un gran colpo, Matt, i due Samonà sono praticamente introvabili.
    Continua così, mi raccomando :)

    fm

    RispondiElimina
  15. fm, sono un ragazzo fortunato ;)
    soltanto ora, ad una prima lettura s-corsara, sto intuendo che tutti e tre i romanzi fanno perno sulla 'coppia'.
    Che phykata le letture comparate.
    ('Sti due stan pazzia'ndo colla-plastilina di K. Punto da ora un cinquantino che sarà un triplice bel fallir)

    ilMatt. o Le pagode e le cozze (però la raccontessina è tanto bona :P)

    RispondiElimina
  16. La raccontessina è un portento, oggi si è davvero superata: scrive una recensione (si fa per dire) su un libro di cui non dice *niente*, salvo invitare l'autore, per vie traverse, a frequentare un paio di suoi amici che potrebbero insegnargli come si scrive un saggio ("accademico", nevvèro, sia mai...). Ebbene, a chi glielo fa notare, risponde piccata che lei scrive per la categoria (sic!) degli interpreti... E pensare che nella di lei pagina "supposta" aveva parlato del diritto del lettore ad avere supporti e riferimenti puntuali: e il diritto del lettore di una recensione a sapere di che cazzo parla il libro in oggetto, quale ne è la tesi di fondo se si tratta di un saggio, quali argomentazioni adduce l'autore a sostegno delle sue analisi???

    Sinceramente: ma come si fa a dare credito a questa congrega di mentecatti in libera uscita permanente dalla decenza?

    Evviva gli ermeneuti di Cuneo, diobbono, e affanculo 'sti stronzi arroganti e senza ritegno.

    Tino S. Fila

    RispondiElimina
  17. signor sfilatino ci dica puro alla sua amica che potesse venire a lavorare nel mio potere che tra un poco inizzia la raccolta dei pomitori e dei melloni, che sembre di braccia rubbate all'acricoltura si tratterebbe

    santino scannapieco coltivatore diretto di capaccio

    RispondiElimina
  18. scusate se mi permetterei ancora ma volevo dire che potesse venire anche dado mani che iniziasse il raccoglimento dei cocozzielli

    santino scannapieco quello diprima

    RispondiElimina
  19. ragazzi, prego un po' di morigerarsi perché gli insulti non sono gràditi qui. vieppiù se il primo mentecatto sono io. e potrei offendermi. anche se non mi offendo.

    mantenere toni ironici avanzati.
    grazie

    RispondiElimina
  20. Scusi signor Dinamo, quali sarebbero gli insulti? E, di grazia, rivolti a chi? A me pare che gli unici tirati in ballo, qui, e gli unici che potrebbero avere qualcosa da ridìre - o da ridère - sono unicamente gli ermeneuti di Cuneo.

    Scusi la franchezza, neh.

    Maria La Talpa, poetessa e critica in servizio permanente.

    RispondiElimina
  21. @Maria La Talpa
    so che lei tiene sempre i toni dell'ironia in avanzamento. il suo nome già me lo testimonia a iosa :D v'è da ringraziarla.
    ma dire a qualcuno che è una congrega di mentecatti in libera uscita permanente dalla decenza o anche bracci rubati all'agricolture rappresenta un insulto.

    ho letto l'arti cola (dal metro classico) della raccontessina insieme alla massa esigua dei commenti e capisco che ci si possa sentire amareggiati... però proprio per non dare il do a brutte "derive" è meglio c(l)assarli questi signori...
    ma con classe, appunto... che voi tenete in abbondanzia... a che serve dar a qualcuno del mente gatto?
    magari poi ce ne fossero di mente gatti!!!

    ossequi alla poesia della Maria La Talpa che sarebbe piaciuta di sicuro a un mio amico semi-africano poeta disapparso...

    RispondiElimina
  22. Signor Dinamo, mi consenta: è lei che sta maliziosamente attribuendo le esternazioni del signor Tino S. Fila a qualcuno in particolare, ma trattasi d'un qualc'un che conosce solo lei a quanto pare. Il buon Tin (mi perdoni il sud-detto per quel che dico) potrebbe essere anche un appena sfuggito a un tso e che, rifugiatosi qui, inveisce contro il referto della Dott.ssa che l'aveva in cura. Non trova? Perché indirizzar le sue parole verso destinatari solo supposti?

    E, mi consenta ancora una riflessione (anche se non è il mio mestiere): lo sa che quelli che lei chiama insulti possono risultare, alla lunga, forme di difesa della propria integrità psichica?

    Maria La Talpa, poetessa e critica in ser-vizio permanente (tintura compresa)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. non le consento di dire "mi consenta" nemmeno per ischerzo :D scherzo.
      sulla questione, ho ragione io, ma non ci tengo a prendermela. non ve la prendete nemmeno voi.
      pietra sopra. una. pietra poi, manco fosse stato tutto sto casotto. un sassolino. sopra. o sotto.

      ildin,
      un granello di sabbia,
      in mezzo

      Elimina
  23. la tappa mi piace proprio assai che mi piacesse verrebbe anche lei nel mio potere a raccogliere i cocozzielli

    santino scannapieco sempre vostro

    RispondiElimina
  24. Ma come fanno? Gli ermeneuti di Cuneo pure hanno letto l'articolo in questione: non credono ai loro occhi, compresa la nota finale su come si devono comportare i commentatori...

    A proposito, vi avevo detto che era uscito il 25 sulla ruota di Roma? http://www.ilgiornale.it/cultura/ecco_numeri_anni_zero/22-05-2012/articolo-id=588972-page=0-comments=1

    RispondiElimina
  25. Cribbio!!! E io che cercavo di capire di cosa si trattasse: pensa te, avevo anche giocato un n'euro al lotto... Ma che pirla, per completare il quadro della mia defi(s)cienza, mi resta solo di andare a leggere il test(icol)o misfattista.

    700 e rotte paggine, ma ci pensate? Glande!!!!!! Questi sì che lavorano per noi, per la posteri(li)tà.

    fm

    RispondiElimina
  26. Leggendo la nota esplicativa teleologica di commento al post di GP, mi sono chiesto se Gilda Policastro abbia letto Pessoa o almeno Borges. Mi domando ulteriormente se GP ha capito che su internet le identità scompaiono a prescindere dai nomi di battesimo e che un nomignolo come il mio è tanto verificabile quanto inutile per quanto il mio nick è collegato ad un blog, ad una mail, e ad una/due o tre tracciati IP nella ricezione dei commenti, ecc robe che sono bastevoli per rendermi un nick perlomeno identificabile, ma soprattutto attendibile testimone di alcune opinioni e contenuti, che poi sono la cosa principale.
    Resto delle volte fuori di me,
    sono le volte che
    sto
    decisamente
    meglio...
    che poi non ho capito che serviva quella nota quando hanno messo la moderazione preventiva ai commenti. se c'è un nick fasullo che dice cose importanti lo tieni, se aggredisce non lo pubblichi...
    mah.
    ciao

    RispondiElimina
    Risposte
    1. in questo commento c'è una gaffe, l'unica di tutto il 3d
      andrebbero assolutamente evitate, è un coniglio da esperti

      cocò & dudù gaffeurs pour dames

      Elimina
    2. scerscè la famm, mssiè dinamò, sè pliù fasìl
      comprì?

      cocò & dudù gaffeurs pour dames

      Elimina
  27. ps: se qualcuno vuole devolvere l'otto per Mills
    al pontificio lunare che sto costruendo...
    il tuo aiuto può fare molto...

    RispondiElimina
  28. France', ci hai una pazienza della Madonna... 700 pagine... Però hai sbagliato definizione: questi lavorano per la nostra poster i(lari)tà.

    LM

    RispondiElimina
  29. Per i lari?
    E pe' pen'ati?

    ilMatt., ilare, eiaculando arcobalene :mrgreen:

    RispondiElimina
  30. sul colonnino dei recent c'è un tuo commento a me arivolto che però non riesce a fare 50.
    comunque ,riguardo a quel libro, ( finora neanche a me sta piacendo)era soltanto per segnalarne l'uscita. tanto per.

    cordialità
    (iio)

    RispondiElimina
  31. @(iio)

    il commento è sopra, in risposta al tuo primo. hai ragione queste leve del Rispondi sono fior vianti.
    so che segnalavi l'uscita. dicevo che Comiche non mi sembra eccezionale per sapere la tua opinione a riguardo.

    corda lità

    RispondiElimina
  32. O.T.

    Oggi il rinomato Locale Pubblico "Laudatio Comitum" ha perso un altro avventore. Accortosi che, nonostante lo sfarzo e il dispiegamento di luminarie all'ingresso, trattasi di una bettola d'infimo ordine, dove non si può ordinare niente ma si consuma solo ciò che la barista decide e impone all'istante, se n'è andato di buon grado. Ignoro, al momento, se si è reso ancora conto del pericolo corso e di essersi salvato, per pura casualità, da un inevitabile, e irrimediabile, naufragio.

    Tino S. Fila

    RispondiElimina

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