Reading in carcere
Johnny Cash, come si sa, andava a fare concerti in carcere.
Stanotte ho sognato che Bolano portava dei brani di 2666 in carcere. E li leggeva. C'era anche Fante, mangiato dal diabete, assieme a Bukowski che pigliava applausi da tutte le parti.
Ce n'erano altri, bravi e meno bravi, una bella serata.
Di scrittori italiani mi sa che s'è affacciato solo uno colla faccia da marsigliese. L'hanno benvoluto subito...
Stanotte ho sognato che Bolano portava dei brani di 2666 in carcere. E li leggeva. C'era anche Fante, mangiato dal diabete, assieme a Bukowski che pigliava applausi da tutte le parti.
Ce n'erano altri, bravi e meno bravi, una bella serata.
Di scrittori italiani mi sa che s'è affacciato solo uno colla faccia da marsigliese. L'hanno benvoluto subito...
Prima di andarsene, Roberto ha salutato tutti i presenti dicendogli di continuare a sognare, ogni giorno, anche a nome di coloro che non sanno, che hanno perso il modo o non possono farlo.
RispondiEliminaCome testimonianza, gli ha lasciato un frammento di un suo sogno:
Los perros románticos
En aquel tiempo yo tenía veinte años
y estaba loco.
Había perdido un país
pero había ganado un sueño.
Y si tenía ese sueño
lo demás no importaba.
Ni trabajar ni rezar
ni estudiar en la madrugada
junto a los perros románticos.
Y el sueño vivía en el espacio de mi espíritu.
Una habitación de madera,
en penumbras,
en uno de los pulmones del trópico.
Y a veces me volvía dentro de mí
y visitaba el sueño: estatua eternizada
en pensamientos líquidos,
un gusano blanco retorciéndose
en el amor.
Un amor desbocado.
Un sueño dentro de otro sueño.
Y la pesadilla me decía: crecerás.
Dejarás atrás las imágenes del dolor y del laberinto
y olvidarás.
Pero en aquel tiempo crecer hubiera sido un crimen.
Estoy aquí, dije, con los perros románticos
Y aquí me voy a quedar.
fm
Per coloro che non conoscono la lingua bolanese:
RispondiEliminaII cani romantici
A quel tempo avevo vent’anni
ed ero pazzo.
Avevo perso un paese
ma guadagnato un sogno.
E se avevo quel sogno
il resto non importava.
Né lavorare, né pregare,
né studiare la notte
insieme ai cani romantici.
E il sogno viveva nel vuoto del mio spirito.
Una camera di legno,
in penombra,
in uno dei polmoni del tropico.
E a volte mi guardavo dentro
e visitavo il sogno: statua eternata
in pensieri liquidi,
un verme bianco che si contorce
nell’amore.
Un amore sfrenato.
Un sogno dentro un altro sogno.
E l’incubo mi diceva: crescerai.
Ti lascerai alle spalle le immagini del dolore e del labirinto
e dimenticherai.
Ma crescere a quel tempo sarebbe stato un crimine.
Sono qui, dissi, con i cani romantici
e qui io resterò.
(La traduzione è di Ilide Carmignani)
fm
Grazie della poesia, Francesco. Mi pare che l'avevo letta su per internet. Si accorda bene alle fluttuazioni di Johnny.
RispondiEliminaIo vado sul classico, con Charles cuore di leone. una poesiola.
Giorni come rasoi, notti piene di ratti
Quando ero molto giovane dividevo equamente il mio tempo tra bar e biblioteche; come poi riuscissi a provvedere agli
altri miei normali bisogni resta un mistero; boh, semplicemente non me ne preoccupavo più di tanto -
se avevo un libro o qualcosa da bere allora non pensavo troppo
e tutto il resto - gli scemi riescono a crearsi un paradiso
tutto loro.
Quando stavo al bar, pensavo di essere un duro, spaccavo le cose, facevo a botte con gli altri, ecc.
Nelle biblioteche era un'altra storia: me ne stavo zitto, giravo
da una sala all'altra, i libri non li leggevo tanto per intero
ma a pezzetti: medicina, geologia, letteratura e
filosofia, psicologia, matematica, storia, e quelle cose lì mi
davano la nausea. E per la musica ero più interessato alla musica vera e propria e alle
vite dei compositori che agli aspetti tecnici...
Comunque, era con i filosofi che sentivo un senso di fratellanza:
Schopenhauer e Nietzsche e, anche se era difficile da leggere, pure il vecchio Kant;
trovavo che Santayana, che al tempo era parecchio famoso, fosse
fiacco e noioso, con Hegel invece ti dovevi fare un vero mazzo, soprattutto
se la sera prima avevi bevuto; c'è tanta gente che ho letto e che mi sono scordato,
e probabilmente non mi sono perso niente, ma mi ricordo di un tizio che ha scritto un
libro intero nel quale dimostrava che la luna non c'è
e ci riusciva così bene che alla fine tu pensavi, quest'uomo
ha assolutamente ragione, la luna non c'è.
Come poteva un ragazzo degnarsi di andare a lavorare
otto ore al giorno quando non c'era più nemmeno la luna?
Cos'altro ti
potevano togliere?
E non mi piaceva tanto la letteratura quanto piuttosto i critici
letterari; erano dei veri cazzoni, quei tizi; usavano
un linguaggio raffinato, a suo modo splendido, per dire agli altri
critici, agli scrittori, che erano dei rottinculo.
Mi rincuoravano.
ma erano i filosofi che soddisfacevano
quel bisogno
che si celava da qualche parte nella mia testa confusa: immergendomi
nei loro eccessi e nel loro
farraginoso vocabolario,
spesso mi
incantavano
saltavano fuori
con affermazioni azzardate infiammate che mi sembravano
verità assoluta o maledettamente vicine
alla verità assoluta,
e questo tipo di sicurezza era quello che cercavo per la vita
di ogni giorno, che assomigliava molto di più
a un pezzo di cartone.
(continua)
Quei tizi erano dei grandi, mi hanno fatto sopportare
RispondiEliminagiorni come rasoi e notti piene di ratti; mentre le donne
tiravano sul prezzo come banditrici venute dall'Inferno.
I miei fratelli, i filosofi, loro mi parlavano come
nessun altro per strada o in giro aveva fatto mai; riempivano
un vuoto immenso.
Che bravi ragazzi, oh, davvero dei bravi
ragazzi!
Eh sì, le biblioteche sono state utili; ma nel mio altro tempio, nei
bar, era un'altra storia, più semplificata, le parole
e i comportamenti erano
diversi...
i giorni in biblioteca, le notti al bar.
Le notti erano simili,
hai qualcuno seduto vicino, e magari non è
neanche un tipo cattivo, ma a me non ispira per niente,
c'è un'orribile aria di morte lì dentro - penso a mio padre,
ai miei professori, alle facce che stanno sulle monete e le banconote,
ai sogni popolati da assassini con occhi spenti; be',
in un modo o nell'altro io e questo tizio prendiamo a scambiarci delle occhiate,
una rabbia violenta inizia lentamente a montare: siamo nemici, cane e
gatto, prete e ateo, acqua e fuoco; la tensione cresce,
mattone su mattone, in attesa del crollo; le mani
giunte e poi sciolte, beviamo, adesso, finalmente abbiamo uno scopo:
si gira verso di me:
"Amico, c'è qualcosa che non va?"
"Come no, sei tu".
"E ci vogliamo fare qualche cosa?"
"Sicuro".
finiamo di bere, ci alziamo, e usciamo sul retro del
bar, fuori nel vicolo; ci giriamo
e siamo uno di fronte all'altro.
io gli dico: "Tra noi due non c'è altro che questa distanza: a te
ti va di eliminarla?"
lui mi si getta addosso e in qualche modo è soltanto una parte della parte della parte.
Qui c'è l'intera raccolta "Los perros romanticos" scaricabile gratuitamente. In estate (me) la traduco.
RispondiEliminahttp://katarsis-net.com.ar/downloads/bolanio.roberto.-.los.perros.romanticos.pdf
fm
Francesco, non che io voglia approfittarne per carità giammai, ma se la traduci no? il mio indirizzo di posta sì? me la mandi la traduzione veh?:)
RispondiEliminaNì?
Sì, ma solo se non mi chiedi "Ni?" :)
RispondiEliminafm
calemburavo... tranquillo
Eliminasto mettendo a soqquadro tutti (o quasi o checazzoneso) gli ziqqurat degli innomin'abili qqontrabbandieri ma niente: notizie de la universidad desconocida?
RispondiEliminailMatt: no, il sogno che ho fatto è xxxxxxxx che non posso raccontarvelo. né a stomaco pieno né a digiuno.
tvb
Eliminafhhkfng cbcgdt sjsutgb, jcbc :)!
RispondiEliminauahauah mnvjnbjb strekuja!
ikKtya: "bdgdudn"
eh sì, è brimavera e sboggiano gli itilli
RispondiEliminaghe bello vedere gome il montone è gosì bbbieno di anore
brima o boi sono siguro ghe ciulio mozzzi o cianni biontillo o duddeddue assieme vi ambienderà siguramende in suo raggondo del suo brossimo gabrolavoro
gd
si ricordano i pezzi che Bolano leggeva nel sogno??
RispondiEliminapoesie e il finale dei detective
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