Un grazie alla Dimora

Francesco mi strappa dall'apatico e solo per questo lo ringrazio. Ma oggi c'è un che di più che vi devo raccontare: stamattina stavo dormendo all'ingrosso dopo la solita settimana di m e il fine settimana di m, quando il mio campanello di casa s'è messo a squillare come un pazzo. Ho una paura nera del campanello, non so perché. Ma non era questo il caso: sotto la mia finestra quasi volesse farmi una serenata a colpi di urlacci di richiamo e sassate, il volto in fiamme dalla gioia e al colmo del lacrimevole, stava il piccolo Matteo Lo Tasso, che è un cogno ve lo dico ma è anche il degnissimo figlio del ben più noto (non me ne voglia) Mario, di cui ho qui più volte dato prova della sua maestria poetica.
Matteo, dopo il click del portone d'ingresso, col cuore in gola, è salito le scale quattro a quattro a portarmi questa splendida notizia.
Sì, avete capito bene, il poeta più sconsiderato, ignorato (per scelta sua ma non solo) isolato e insulare, che mai ha avuto una mezza parola di apprezzamento da nessuno per le sue liriche che considerava delle scemenzuole, ecco che viene omaggiato da un grande sito di valore critico e poetico.
Non lo nascondo, anche per me che lo promossi anni fa davanti a questo uditorio, è un piacere enorme, una somma soddissfazzione (come direbbe G. Napolitano), vederlo finalmente riconosciuto e amato da un club più numeroso di quello che formavamo io e il figlio Matteo... (sempre 'sta gogna minoritaria...)
Per questo, ringrazio il Fransisco Marotta che sempre, mi pare, ha creduto in lui ed oggi lo dimostra come non mai.
Un saluto anche a Mario che dovunque egli sia, starà ridendo con il suo indimenticabile
sorriso leggero ed emozionale come l'Inesistente. 








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