La poubelle agréée

A Nicola differenziare la spazzatura gli dava gusto. Ed anche gonfiare le ruote della macchina o le rotelle della vespa gli dava gusto.
A Nicola la moglie concedeva di avere (alla luce del sole) una libera relazione con una dolce amante di pochi anni più vecchia, rispetto alla moglie, Tinella.
Lui si sentiva come una zanzara libera di volare nelle spire azzurre dell'aria e del cielo.
Ma alla moglie la amava pure. Uguale. Cioè dei giorni magari più l'una che l'altra, e viceversa.

Alcuni giorni, stava dall'amante e lasciava incustodita la differenziazzione della spazzatura di casa sua (di casa della moglie presa nella chiesa); delle volte lasciava inoperosa invece la pattumiera dell'amante.
Comunque, dovunque stesse, si rimboccava le maniche (ché lui non era un manichino). E non era nemmeno un signore, o un burattino.


La mattina prima che succedesse che l'amante si accartocciava dentro la macchina con cui tornava a casa dal turno di notte nella fabbrica di surgelati alimentari dove lavorava, lui le lasciò un biglietto all'amante con scritto, leggero leggero, come un soffio di matita: 4 giorni niente male. Perché era stato lì 4 giorni senza male (probabilmente all'alluce valgo). La volta prima, aveva scritto questo: 4 giorni belli belli. IO. Che, ovviamente, era lui.
Quando tornava dalla moglie che era a spazzolare la tavola o a lucidare le scarpe col grasso, la moglie, vedendolo nella sua sdoppiatura appena concretizzata, gli diceva "sei stato da quella? 4 giorni indimenticabili eh... quante volte t'ho detto di non starci tutto quel tempo ché quella ti appiccica l'aitz (sic) e tu poi a me..." "Non ha quella malattia... e anche fosse (ma non è) tu non mi appiccichi la rogna?" "Meglio la rogna che l'aitz (sicsic)" "No, meglio niente".

Al funerale c'erano tutti. Nicola buttò un mazzo di fiori sulla bara che scendeva sottoterra (un po' alla rovescia) legata stretta, e un altro mazzo lo riportò alla moglie, vivente, colla faccia colorata di rosso frollato.
Delle volte piangeva, perché gli sembrava ingiusto di non potere più differenziare il suo amore, come la spazzatura, e dovesse ora concentrarsi sulla monogamia, lui che era più aperto dei cattolici, e avrebbe accettato relazioni parallele della moglie, se ella n'avesse volute. Ma lei non gli aveva mai dato ascolto.

Andando dal fioraio vicino al cimitero, prendeva sempre due mazzi di fiori, uno prima di entrare al camposanto, uno dopo, per la moglie.
All'amante era bello quando Nicola gli portava un vaso di margherite.
Di solito sulla tomba dell'amante c'era un labrador a sbavare o a fare la piscia o la cacca. Non proprio sopra, o in corrispondenza, piuttosto sul fianco del dosso della salma di terra che copriva l'amante che era stata interrata.
A causa del labrador, a poco a poco lì la tomba iniziò a puzzare di orinatoio della stazione, e il labrador a ringhiare e mangiare le foglie dei fiori nei vasi che lui le portava. Negli ultimi mesi, il labrador divenne il padrone del sito, e non ci fu verso di scacciarlo o addirittura, così voleva fare il custode beccamorto, sopprimerlo schiantarlo con delle botte di pistola per scannare il maiale, o cacciargli qualche bel bossolo di fucile in testa, così impara a profanare le tombe delle belle amanti (tombe di solito poco rispettate, ingiustamente).

Seppellita anche l'abitudine del doppio florilegio, Nicola si sistemò a fatica, come un obeso che cerca di accomodarsi in una poltrona stretta, dentro la monogamia che gli restava attorno.
Un giorno, buttò le chiavi della casa dell'amante dentro la grande pattumiera della raccolta dell'indifferenziato di casa sua (o della moglie) e si consegnò tutto di un colpo, come un ricercato, alla coppia, facendo naufragare l'attuazione della sua teoria secondo cui la felicità si ottiene solo aprendo l'amore in numeri dispari.
Da quando furon tornati pari, le cose divennero meno interessanti fino a sfilacciarsi e concludersi... cosicché anche io, dall'angolo della mia penna, lego gli ultimi spaghi della novella, rilancio ai macchinisti e chiudo il sipario, così, senza ombra di dubbio.

Commenti

  1. Scritto decisamente bene, trattansi di scrittura creativi infatti.
    ''No, meglio niente'', eh, la dice lunga sul Nicola.

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  2. grazie dell'apprezzamento, Discepolo, sono contento ti sia piaciuta la novellina.
    buona domenica

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  3. eh sì, proprio carina 'sta novella fantastica...
    una bella situazione...

    ciao

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  4. Grande Dinamo! Si respira una bell'aria. Le frasi respirano. Ecco. Ci vuole bravura per farlo.

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  5. Massimo, so che sei un lettore esigente ed attento, quindi se dici che le frasi respirano mi fai un complimento enorme che mi fa grande piacere anche perché è una delle cose che piacciono pure a me di questo raccontino, ti ringrazio.
    un saluto

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