Le iniziazioni

Mbò, sinceramente non lo so se uno che vuole scrivere alla luce del sole può dire che la domenica sera guardicchia tra 'na cosa e n'altra in modo del tutto irregolare le repliche di X Factor su Cielo. Non lo so se va bene. Però una volta detta sta cosa, che uno è come se s'è riuscito a togliere le scarpe da solo la sera dopo tante ore di camminare su e giù, allora mi viene da dire che nella attuale edizione di X Factor c'è la vincitrice, tal Chiara Galiazzo, che canta tanto bene, e che è stata improfumata di complimenti dai giudici sin dalla prima puntata e che ora ha vinto, estasiando tutti, perché è brava... si legge addirittura su yahoo notizie (che è un po' un porto di mare per le informazioni) si legge che anche Mina (Mina!!!) ha omaggiato con un bouquet di apprezzamenti e lusinghe la giovane cantantessa (è nata nel 1986). Vi rendete conto? In buona sostanza ciò che voglio dire signori miei è che a 'sta poveretta ne stanno succedendo di tutti i colori, visto che vincendo X Factor le hanno fatto anche un contratto discografico. Ed è stata benedetta da tutti, persino da Mina (Mina). No una a caso. Mina. Dice: sarà bravissima, e infatti lo sarà, ma proprio perché sarà brava vi immaginate a ventisei anni e con delle velleità artistiche peggiore sciagura di tutte le porte che si aprono al primo schiocco? 

In una puntata le hanno fatto cantare Piero Ciampi. Morgan, che fa il giudice, e che Piero Ciampi lo conosce ché delle volte lo canta pure lui, s'è spellato le mani ad applaudirla. Ora, l'ha cantata a dovere L'amore è tutto qui, ma il punto è che una ragazza di ventisei anni come fa a cantare bene Piero Ciampi se lo canta bene? Ma poi a ventisei anni... Piero Ciampi... e la disperazione?
Tutto questo sembra la sottotrama di Qualcosa di scritto di Emanuele Trevi che per tutto il libro le iniziazioni di qua le iniziazioni di là (a Trevi, cor core, ecche du palle ste iniziazioni fijo caro...!), e poi il caro ragazzo, figlio del noto psichiatra, scrittore in erba che pensa che scrivere voglia dire scrivere bene, che la Betti lo scortica vivo colla lingua viperuta, capisce a contatto colla Betti e con il fantasma di Pasolini che scrivere è un processo di verità e tutte ste cose qua e le iniziazioni... e io che il libro me lo so' letto da cima a fondo, c'ho messo pure due tre giorni... mbò, a me il libro non m'ha preso per niente... perché Trevi è troppo intelligente e speculativo per essere un buon artista, scrive troppo bene per fare l'artista... non ha le carte in regola, direbbe Ciampi, per essere un artista... è che non c'ha un pelo di pazzia o di imbecillità... non sa essere stupido nemmeno davanti alla morte e allora, a Trevi, l'arte che ce sta a fa?

Quindi, per conchiudere, visto che l'unica cosa che ho capito è che l'arte è un percorso tortuoso (ennò di verità, che c'entra la verità, sempre sta verità di mezzo), a Chiara mi auguro che tutti i sì sì sì che sta ricevendo non la scoraggino troppo... e in mancanza dell'aiuto degli altri in questo senso le auguro di saperseli crescere da sé le amputazioni, i limiti, le invalidità, le clandestinità per fare un buon canto nella sua carriera evvia evvia...      

Commenti

  1. Piero Ciampi, Mina, Trevi, X-Factor, Morgan, iniziazione, (non)verità, scrittura, mi piace come hai mischiato tutto. :-)

    L'avevi letto vero il post su Piero Ciampi di Ivaneuscar (Almanacco di conclusioni provvisorie)?

    http://almancoprov.blogspot.it/2011/06/straniero-comunque-una-lettura.html

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  2. Grazie Biancaneve dell'apprezzamento (non è che sei Mina?:) e del link.

    Su Ivaneuscar non ero ancora fan del suo blog ai tempi di quel poste. Me lo andrò a leggere con agio stasera perché lo so che il nostro va giù lungo e ci vuol buon tempo per leggerlo come si deve.

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    1. Sì, bisogna prendersi del tempo per leggere Ivaneuscar, ma è sempre tempo ben speso.
      Hai letto anche i suoi racconti? Li avevo recensiti tempo fa (http://www.mentinfuga.com/web/index.php/piccolo-guasto-alla-centrale-del-tempo-cronache-quasi-immaginarie-di-ivan-scarcelli/).

      Il post dedicato a Ciampi è diviso in due parti, pensa che io non lo conoscevo, ma da quel momento ho iniziato ad ascoltarlo e me ne sono innamorata.

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    2. P.S.: con i dischi di Mina ci sono cresciuta, ho ancora i 33 giri, pensa te, che comprava mia madre. Mina e Battisti. Degli anni sessanta/settanta, non oltre. :-)

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    3. Il post su Mentinfuga l'avevo letto. Ed ho letto anche un racconto pubblicato sul suo blog che m'è molto piaciuto. Però ti devo bacchettare su Ciampi... non si può non conoscere Ciampi Biancaneve, è anche più grave di non aver mai letto come me Buzzati:))

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    4. Ma ora lo conosco infatti. :-D
      Meglio tardi che mai.

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  3. a me m'ha fatto un'impressione simile (anche se un po' mitigata) pure il Dublinesque che m'hai consigliato tempo addietro, per non dire di un Alan Pauls pescato in biblioteca [anche se a sfavore loro possono aver giocato un po' anche le scelte di traduzione; mai abbastanza, comunque...] -

    però, non so, mi resta l'idea che sia ancora sempre e soltanto (va bhè, per modo di dire...) un po' il problema del moderno: morta - giustamente - l'idea della possibilità di una mimesi di un reale apriori stabile [che nei momenti di grazia ha voluto dire mimesi di una realtà ideale, concettuale, che pure si dava in atto: non di soli atti sociali, corpi, momenti di più o meno fortunato giornalismo...] c'è rimasto in mano 'sto cadavere del senso - di cui peraltro, checchè se ne pensi, non possiamo disfarci - con cui non si sa bene che fare: e se uno non vuole\non può fare l'iconoclasta, allora l'alternativa è in maniera diversa, di diversi gradi, un po' giocare a fare il prometeo... voglio di' che l'intelligenza è quasi una regola di mestiere: perchè è diventato un po' fondo al mestiere di quell'essere arbitri di gusto, agrimensori del Cielo come divi tu in un post d'un bel pezzo fa; ma la domanda è: che altro può (non deve, ma può) essere l'arte oggi fuori di questo?

    ok, tutto molto sconclusionato, spero tu ne possa rabdomanticamente beccare i punti di snodo; temo solo che per un po' di scrittori stupidamente intelligenti (che son quelli che ce piacceno, funzionano) ne spunteranno pochi e ci sarà un maggior bipolarismo...

    :P

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  4. Anonimo Allegorico benritrovato.
    Davvero Dublinesque t'ha dato quella sensazione? Sono parzialmente sorpreso...

    Sull'intelligenza... l'intelligenza ci serve, è inutile a dire, ma ci vuole molto più l'intelletto e questo deve essere gigantesco. d'altronde il mondo è pieno di gente intelligente, ma di gente d'intelletto ce n'è poca. e l'intelletto contiene in sé tante cose ma la prima che contiene è un'etica e soprattutto un senso d'umanità profonda che solitamente l'arte sa esprimere. il libro di Trevi è carente nel senso che da esso libro non si emana alcun afflato umano... è una scrittura. punto.
    secondo te, Dublinesque, pur nella sua freddezza, ti pare essere così? non credo tu lo pensi.

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  5. no... la prendevo più in astratto (al solito) e m'esprimevo male (al solito); la cosa che mi sembrava abbiano un po' in comune è nel rapporto tra fiction e aspetto "saggistico": nel senso che mi sembra si sia ribaltato rispetto all'utilizzo che ne hanno fatto da Borges a Manganelli ecc.: cioè di commistionare le due forme - inserendo pesanti dosi di riflessione, di metascrittura, teoria letteraria o più generale teorizzare ecc. ecc. - non tanto più per smantellare le pretese del saggio, rivendicare un primato della funzione "estetica" in quanto irrazionale (le impronte di gnosticismo contano o meno, non è qui il punto), ma al contrario tentando di far sì che le due forme si tengano per mano, si sostengano l'un l'altra, con un cert recupero di "esemplarità" (intesa come negli exempla). Ecco: questo mi sembra che abbiano in comune, non tanto la dose di corporeità nel linguaggio o quanto lascino trasparire di una propria situazione "esistenziale"(?)... e, non so, capisco le esigenze della ricostruzione ecc. ecc., ma mi sembra quasi un passo indietro rispetto le origini (poi ripetutamente ribadite) dinamitarde di quella commistione tra fiction e aspetto di riflessione intellettuale. Poi son sparate anche queste, immagino che siano facilmente smontabili con qualche esempio concreto e che magari stia facendo dell'involontario hegelismo(!); ma mi sembra un po' la conseguenza di quest'idea di ricostruzione per cui il senso va costruito... da cui discende quella tua immagine\metafora azzeccata di qualche mese fa in cui parlavi degli scrittori (o in generale creativi) come appunto gli addett alla recinzione di uno spazio immaginario\"celestiale", che ora mi sembra solo una delle possibilità politiche della scrittura in mezzo ad altre comunque meno frequentate... ma riparto sempre per la tangente :P

    in soldoni mi pare che in questi libri l'aspetto teorizzante ne venga un po' rafforzato... e non so quanto questo possa coincidere con un "regno" dell'intelletto: lo stesso Graciàn a un certo punto dice che la massima "agudeza" consiste nell'ottundere tale agudeza fino al punto in cui non sembri più esserlo... (o non lo sia proprio più?)

    grazie del bentornato, am non me ne sono mai andato :P è solo che ho limitato un po' i commenti, perchè mio malgrado (e me ne spiaccio :( ) non so essere al pari dello spettacolo brillante dei tuoi trolli: per cui me ne sono rimasto a fare per un po' lo spettatore(!)

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  6. Sono d'accordo che l'aspetto teorizzante è rafforzato, ma non sono d'accordo nell'inserire in questa filiera Vila-Matas che mi pare più vicino alle posizioni di Borges e Italo Calvino.

    Era un bentornato al commento:)

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    1. ah, grazie da parte del commento, allora :P

      su Vila-Matas non so che dirti, io per ora ne ho letti due; posso dire che non mi hanno messo tanta voglia di insistere nella ricerca quando mi manca ancora tanto Bolano e poi ho i miei "classici" da rileggere nuovamente(!)... però quei due che ho letto mi son sembrati proprio "a tema": anche se in questo tema poteva esserci più "disperazione" e di sicuro una bella abilità nel costruirlo attraverso una trama metaforica piuttosto che attraverso una esposizione proprio didascalica... però non so, perchè per me - anche se Calvino avrei da rileggerlo per fargli giustizia - nemmeno Calvino e Borges sono sulla stessa linea; ma magari all'aspetto teorizzante, un po' a tesi, che non m'ha tanto convinto ci si può arrivare anche per bontà, ne son convinto(!) èe si possono commettere delitti anche per gentilezza]

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  7. Sergio Endrigo in persona (disperato a palla) mi disse una sera che Ciampi era il più grande di tutti, ma anche il più grande rompicoglioni. Su Trevi penso che è lo scrittore più intelligente in circolazione, e che la disperazione c'è ancora tempo, e che se non gli viene di suo se la può comprare. Certo, se riamane così il rischio di diventare presidente della Rai e grosso grosso.

    Ps: brutto brutto il riferimento al padre eminente psicologo, Dinamo, non è da te.

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    1. Per come la vedo io, Trevi, rispettosamente parlando, è un critico letterario... E in questo senso potrebbe benissimo essere il più intelligente.

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  8. Che bello sto post, mi era suggito ...
    Boh, io me lo sono guardato tutto X Factor, praticamente obbligato dalla mia compagna... Chiara è forte, ha una voce magica, nel senso che non si capisce come fa, perché sembra che non faccia niente, ma ti arriva qualcosa.
    Speriamo che non si guasti. Cioè, lo spero per lei.
    Io sono sempre un po' fetente (non lo faccio apposta, sono nato così e ci ho avuto i miei problemi per questo) e dico che Mina è bravissima, ma non ci ho mai perso la testa. La Vanoni mi smuoveva altrettante cose. Quando ero bimbo pure la Zanicchi mi smuoveva. La Mina recente tende a darmi sui nervi. Sarò uno dei pochi in Italia a sentire questo, così come, per esempio, sono uno dei pochi a cui Benigni ha sempre fatto ca***e. Oddio, l'ho detto!
    Però ti dico che non conoscere Buzzati non è per niente grave. E io amo Buzzati. Non conoscere Piero Ciampi, invece ... ecco, è un vero peccato, è perdersi qualcosa di splendido.
    E' come dici tu, bisogna avere le carte in regola per fare l'artista. Il Piero ce l'aveva.
    Comunque nell'arte un po' la verità c'entra. Magari non si capisce cos'è, ma è proprio la verità che colpisce. Si può chiamare satori o samadhi ... piccole illuminazioni nate dalla pazzia: ma pazzia giusta, perché la pazzia e basta è solo una disgrazia.

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  9. Aggiungo, a scanso di equivoci, che per verità, intendo il senso etimologico della parola, cioè, lo "svelarsi" di qualcosa nella sua improvvisa nudità ... Non parlo certo di verità metafisico-dogmatiche.
    Come dire, c'è un lampo, e dentro quel lampo vedi, per un istante, la Cosa.
    Se come Ciampi, si "ha tutte le carte in regola" il lampo avviene. Ma non è una roba intellettuale, né simil-crociana. E' per questo che i pennivendoli di adesso non ci arrivano, né i critivendoli di adesso ci cogliono. Policarpi e Castrolessa vanno avanti nell'oscurità dei loro simboli.
    E' che questi si sentono accreditati dalla Cultura. Non sanno che la Cultura se ne frega di loro. Sono zombies, nella definizione esatta che ne diede Carmelo Bene a suo tempo.

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  10. La prego, Villivà: Policorte. Mi raccomando: Po-li-cor-te.

    Grazie.

    A. G. Policorte

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  11. Caro Massimo, diciamo che non basta amare la letteratura, o il canto, la musica, la danza ecc, bisogna anche esserne amati. I nostri amici non solo non ne sono amati, ma peggiomisento nemmeno la amano.
    Trevi però la ama, la letteratura, si avverte. Il problema, mi sa, è che la ama troppo... la ama come si ama, che ne so, il crocifisso, per chi ci crede veramente. invece secondo me i più grandi fanno i vandali colla letteratura. ed è per questo che essa, la letteratura, li ama. Dove lo trovi uno che ha trattato la canzone "peggio" di Ciampi?

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  12. @ Policorte

    Mi perdoni. Porga i saluti alla signora. La signora Castrolessa, intendo. Ho ancora il ricordo di certi suoi negligé a dir poco stuzzicanti ... ancora mi emoziono ...

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  13. Caro Dinamo, il Trevi non lo conosco. Non posso nemmeno dire di essere tentato di conoscerlo.
    L'unica cosa che so è che credo sia il marito di Chiara Gamberale, che una decina di anni fa vedevo in TV da Augias nelle vesti di giovanissima scrittrice. Mi ricordo che in qualche modo perverso stuzzicava il mio erotismo. Sono pervaso dal forse banale cliché della pornostudentessa ... Ricordo però che la graziosa ragazzetta diceva di avere pubblicato il suo primo romanzo senza avere avuto bisogno di spinte o conoscenze ... certo, essere la figlia di Vito Gamberale non le è servito, come no ...
    Che dire, Dinamo, sono più attratto dal gossip che dal letterativo italiano d'oggidì e ancora di più dalla ragazzetta del duo Frére Chaos (X Factor) ... A 50 anni le ragazzine poco meno che ventenni cominciano a pullulare nel proprio immaginarium porcellorum.
    Miserie, ahimè, miserie ...

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  14. villivà, la prego, si calmi, si tisàni, si camomilli, si bromùri
    lei sembra un erotom-ano affetto da pri-ani-smo
    si rende conto che se la sua compagna legge questi commenti, per lei niente più trippa nemmanco in cartolina?

    Inga Leera

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  15. Cara Inga

    La mia compagna è al corrente del mio debole per la ragazzetta dei frere chaos e mi piglia crudelmente per i fondelli ...
    In più lei, essendo più saggia di me, i blog, specialmente quelli più o meno letterari (compreso il mio) li schifa. E' per quello che andiamo d'accordo da quasi due lustri.

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  16. Per quanto io sia sempre stato più tifoso delle over, anche a me debbo dire la under dei frere chaos (quella che ha detto alla ventura tu sei, scusa la parola, falsa) non mi è indifferente....

    Non fare così Milly,
    un abbraccio...

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