La scrittura di scacchi

Ci sono due cose per cui, dicono... dicono, dico, che io sia portato: scrivere e scaccare. 
Queste due materie umane, però, non necessitano solo di naturale filiazione, abbisognano anche di sforzo, sacrificio, studio e determinazione. Ciò che io non posseggo proprio è la determinazione e forse nemmeno lo sforzo. Certo sono uno che ha imparato giovane a sacrificarsi per la causa, materiale e spirituale. Di determinazione però... scarseggio.
Delle volte, vaneggiando nei miei vaneggiamenti, mi figuro uno scrittore che abbia deciso di scrivere questo quello e codesto, magari nella stessa opera bella. Deve proprio essere caparbio e accesso e indurito per raggiungere tutti i suoi obiettivi, tanto che una volta aver finito uno, si tuffa a fare l'altro e l'altro e via.
Come si sentiva Fedor Dostoevskij a metà dei Fratelli Karamazov? e a metà di Delitto e Castigo? e a un quarto? senza contare che una roba lavorata è sempre terreno aperto al rimaneggiamento, alla ristesura, al rimpolpamento, o alla più nobile sottrazione di materia. 
Io di questa volontà monomaniaca, sarà per via della noia assalitrice, non ne ho punto.
Delle stessa materia è fatto il giocatore di scacchi, di pazienza e determinazione. Non basta vedere, non basta mettere la zampetta nella pozza d'inchiostro giusta, balzare d'un naso come una ranocchia, o fare una boutade paurosa. 


Si sarà quindi capito; io resto in braghe di tela, sulla superficie d'un'acqua fradicia bagnata. 
Non risolvo, non mi risolvo. 
Preferisco rimanere di legno, infinitamente rimodellabile, infinitamente ricomponibile, come una cucinino dell'Ikea, (sempre il mio Pinocchio eh), che determinare la mia immagine nell'incavo del prisma pubblico.   

Commenti

  1. La determinazione si può imparare. Certo, bisogna sentirsi come se ne andasse della vita.
    E' brutto però che a gente talentuosa faccia difetto lo sforzo e che una m****ccia come la Mazzantini sia una specie di caterpillar della scrittura.
    E' la fottuta disarmonia universale.
    Ciao
    Massimo

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  2. Penso che la determinazione è soprattutto il risultato della fede: nella propria integrità e nel proprio lavoro.
    Ci sono personalità insofferenti e recalcitrate alla vita che toccano il tizzone ardente per il puro gusto di giocare colle pinze. A questi ogni fede è ridicolaggine e hanno amore solo per il ridicolo.
    La Mazzantini non la conosco. Ma se devo rifare il vialetto di casa so chi chiamare.

    ciao Massimo

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  3. Certo hai ragione, la determinazione dipende dalla fede in sé stessi ...
    Io purtroppo, sono cresciuto alla scuola dei gesti eroici e inutili, e perciò ridicoli.
    Il ridicolo mi va bene. Lo conosco.
    La vita non ti lascia stare.
    Se hai tutta questa attrazione per la parola scritta, non potrai fare a meno di cercare la fede che svelle le montagne e ti rende ridicolo.
    Massimo

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