Un racconto di Mario Lo Tasso (finalmente!)
![Immagine](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEivYD2W-xDEkm887-_E6gL1-UTnbL7inMjxf87o_sgT5uLZJ2V_dD5hVBqBTMPyse5JlGPzHIHGUEAxhzJaQLw_APT8VEDXbs0rH-xND3GfNyhRZe7WYOxSEY0DmMZsiVuN0nMBRuInwtM/s200/Tot%C3%B2-guardie-e-ladri.jpg)
Me l'avevano chiesto in tanti, non sapevo che cosa rispondere se non che le poesie di Mario sono già una mescita di poesia e narrativa. Ma negli ultimi giorni stanno venendo fuori dai bauli delle grosse sorprese e ci sentiamo di dire senza se e senza ma che Mario Lo Tasso fu anche uno scrittore di narrativa piena, un narrativo tout-court (anche un po' troppo corto). Tra le cose rinvenute in queste settimane di totale full-immersion lotassiana, abbiamo scoperto dei cimeli addirittura sorprendenti (lettere d'amore, abbozzi di romanzi-fiume, disegni di moda, cruciverba, parole crociate incompiute). Altri siamo certi verranno fuori in corso d'opera. Altre a tempo debito, altre mai, che sempre a tempo debito sono. Quello che qui vi si proponiamo di seguito è un racconto breve di sapore "autobiografico"... ma come sanno i miei lettori, in letteratura, tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare. Per fortuna.