Una risposta al signor M. che ci scrive da lontano per parlare di immagini elettorali, o forse con intenti morali assoluti
Sono un uomo di provincia con delle
piccole macchie di città. Per questo motivo sono anni che quando mi guardo allo
specchio velocemente senza nemmeno badarmi vedo un animale chiazzato, maculato,
che cammina sopra la superficie riflettente e penso toh guarda quando abitavo
in provincia non mi vedevo così, mi vedevo a tinta unita, come una maglia blu
col girocollo. O col colletto, 'na polo semplice.
Da quando invece sono andato in città mi vedo come
un animale tipo un ghepardo, un cane, una zebra. Più passano i giorni più le
macchie aumentano per via della città e sopra la maglietta a tinta unita
compaiono come dei foruncoli di colore che si mangiano il colore vecchio. Non
so di che colore morirò ed è una cosa assai bella. Penso comunque il blu notte
o una sorta di verde meticciato come quello del pesto genovese in barattolo.
Ma non sono qui per parlare delle mie idiosincrasie.
Devo rispondere al signor M, e parlare del mio rapporto colle schede
elettorali. Io, se devo essere schietto, non ho mai sopportato la gente che
sfoga le sue frustrazioni sopra i fogliolini delle schede elettorali. Forse non
ho maturato un vero pensiero politico però quando uno va a votare e non vuole
votare nessuno credo sia più elegante consegnare scheda bianca, e no nulla, ché
mi fa pensare a un’altra cosa: che l’elettore ha riempito di scurrilità le
schede. Certo, chi non lo sa fare il voto o si distrae fa pure lui scheda nulla
e queste schede nulle qua, fatte per sbaglio, legittima ignoranza, è ovvio che
mi sono simpatiche.
Poi comunque se ne sentono tante, non tutte carine,
sul fenomeno in questione. Ho sentito di uno che diceva che l’urna elettorale
era in verità un cesso e il voto una eiaculazione o una defecazione. Per certi
versi non aveva tutti i torti perché la gente va a votare a cazzo di cane come
si dice e compie delle scelleratezze non solo quando infanga i fogliolini ma
anche quando fa dei voti che non gli convengono e non lo sa, sono voti che gli
sono piovuti in testa da chissà dove, da quale indotto. Lo so da quale indotto
ma è noioso parlarne in questo luogo. È anche ozioso, dicono i giornalisti (i
giornalisti dicono “ozioso” – l’hanno imparato dai critici letterari), dire che
ci sono dei brogli, o imbrogli. Lo sanno pure le pietre. Un mio amico invece
pensava che dire questa cosa fosse una novità magnifica e la diceva sempre
senza creare ovviamente alcuno scalpore. Tutte le sue convinzioni sui brogli
derivavano da che una volta aveva fatto il rappresentante di una lista politica
in un seggio schieratissimo e pare che avesse visto delle cose abominevoli in
questo seggio, violenze carnali sui voti, da quel che arguisco, modificazioni
genetiche, voti nulli che diventavano boni, e accaparrati dal partito più amato
del paese… il mio amico, sembra assurdo, ma da questa esperienza, che pare lui
consideri capitale per sé stesso, ha maturato un’idea corrotta della democrazia
e dice in sette lingue diverse che lui la democrazia gli piacerebbe parecchio,
è 'na bella idea, ma non c’è cazzi, non esiste la democrazia, è colpa
dell’uomo. “È colpa dell’uomo”. Questa è una di quelle conclusioni che
ultimamente non sopporto più. Perché tutti ormai basano i loro giudizi su
questa conclusione. “Sì, ok, va bene, ma l’uomo è quello che è”. L’uomo è pura
secrezione. E allora disegnano montagne di merde e cazzi nelle schede
elettorali. Gli uomini secernono sostanze elettorali. Si direbbe.
Questo mio amico ha sempre vissuto una vita di
getto. Non so perché ma ha sempre visto in me una sorta di mito e mi ha sempre
stimato tantissimo cercando coi suoi atti umani di far colpo su di me o di
cercare perlomeno di far sì che anch’io avessi una stima smisurata di lui.
Oppure una stima buona. Sana. Per far ciò invece di essere leggero e tagliente
come piace a me, lui faceva cose grevi. Per
esempio trattare male gli sconosciuti. Fregarsi le pennette nei piatti degli altri.
Fare il bastian contrario a tutti i costi. Parlare di sesso e pornografia a
dismisura. Buttarsi per terra a cantare col microfono durante le esibizioni
dell’ora del dilettante, in mezzo alla piazza, oppure al centro dei pavimenti
degli stabilimenti balneari a fare quello che volgarmente si dice il karaoke e
steccare tutte le note una a una. Cantava “Berta filava” come un cavallo e le
sue fidanzate giustamente scappavano...
Non ho mai capito per chi mi abbia preso, per un
imbecille sensazionalista?
Invece mia madre non so perché anche lei c’aveva il
vizietto di fare la vandala colle schede elettorali. Non è facile capire perché
una donna così intelligente e di cuore tanto grande potesse fare un errore a
questo modo grossolano. Non disegnava enormità, ma scriveva tipo “vergognatevi
tutti buffoni ladri!” più forse altri ghirigori e fiori di lingua. Mi sono
sempre dimenticato di chiederglielo perché lo facesse e ora non posso
chiederglielo più, ma so che mi avrebbe risposto con difficoltà, perché è
difficile spiegare in parole povere i motivi di una esigenza (auto)demolitiva
di quella foggia.
È assurdo come uno ha in famiglia tanti problemi tra
cui questo di avere un componente insospettabile che deturpa le schede
elettorali.
Penso sia anche reato sta malefatta di
scarabocchiarle.
Il mio amico di sopra, tornando a lui, credo non abbia mai approfittato al pari di mia madre di questa opzione democratica, ma grazie alle schede elettorali fece uno sgarbo tremendo al padre, fascista, votandogli per dispetto il partito della rifondazione comunista di Bertinotti, il tutto documentato con una vietatissima fotografia dal cellulare che non si può fare. Sono storie di vendetta personale che passano per le urne.
Il mio amico di sopra, tornando a lui, credo non abbia mai approfittato al pari di mia madre di questa opzione democratica, ma grazie alle schede elettorali fece uno sgarbo tremendo al padre, fascista, votandogli per dispetto il partito della rifondazione comunista di Bertinotti, il tutto documentato con una vietatissima fotografia dal cellulare che non si può fare. Sono storie di vendetta personale che passano per le urne.
A me quello che piace delle cartelle di questa
tipologia è che sono tutte uguali. Sono fredde come il marmo delle lapidi. Come
le labbra di un morto. Come la fronte di un morto. L’avete baciata mai la
fronte di un morto? Ma potrei dire, tanto per cambiare, che le cartelle
elettorali sono fredde come la stupenda prosa di Franz Kafka. Ecco che sarebbe
una bella immagine quella di lasciare al rigore invernale le sedi che si
mettono a disposizione per andare a votare e scrutinare. Quelle scuole gelide,
quegli asili gelidi, quei centri sociali gelidi, quelle palestre enormi, quelle
stanze di sbratto civile, quegli spazi così sovietici... Bisogna staccare il
timer del riscaldamento. Dare un senso di freddo acutissimo.
Così ad occhio mi diverto ultimamente a capire chi
ho affianco chi potrebbe apporre delle schifezze sui fogliolini elettorali e
con quale sogghigno.
In tale maniera, mi confondo nella mischia, seppure
zeppo come sono di macchie e rossori. Anzi, tornando alla prima immagine di me
maculato davanti a uno specchio o al televisore, direi che potrei per
soprammercato vedermi anche come uno scarabocchio da cartella elettorale, un
cazzo disegnato che sborra o una ingiuria sporca e irripetibile “puttana voi e
chi vi ha cacato così”. Oppure un voto nullo di quelli che si sbagliano a
votare e che viene accreditato lo stesso. Forse è un’immagine più bella, un’immagine
della volontà che inganna sé stessa, che potrebbe essere anche un'immagine
dell’arte che per farne di buona bisogna volerne fare di cattiva. Senza
saperlo.
Quindi, signor M., per rispondere alla sua domanda
su come ci vediamo noi visti dal televisore, credo di averle risposto nella
maniera più esauriente possibile, elencandole il grado di squallore che ho
della mia natura attraverso delle immagini grevi che ho anch’esse grevemente
descritto al meglio del mio pensiero creativo.
La ringrazio infine di avermi inviato la domanda
sulla email, perché non essendo un gran parlatore preferisco scrivere (malgrado
io non sia nemmeno bravo a scrivere, malgrado io sia come tutti una nullità, un
voto nullo, volgare o sbagliato, nel grande scrutinio dell’universo o della
natura, per essere poetico, ma le dirò ciononostante che non credo che esista
al mondo modo di meritare le pene dell’inferno, nemmeno allorquando subentra la
colpa di qualcosa, se di colpa si può parlare, né credo che esista al mondo
essere umano e no che meriti di essere calpestato e distrutto – nonostante
siamo nullità, nonostante siamo "l'uomo" come dicono gli
oscurantisti).
Mi fa piacere esistano ancora persone curiose alla
sua maniera che corteggiano il nulla, dei veri spiriti
dubitativi.
La saluto dunque, ché mo mi metto sul letto a stare sveglio col mal di testa.
La saluto dunque, ché mo mi metto sul letto a stare sveglio col mal di testa.
Mi stia bene più che può almeno lei.
Tante care cose.
Guarda, ti dirò, secondo me la soluzione è pop corn, finestra aperta e sadismo, tanto sadismo.
RispondiEliminaGiusto?
pesciolone
Pesciolò, m'hai ammazzato il racconto filosofico. Ma mi stai simpatico.
Eliminaciao
Sono passato augurandomi commentari sul modello LoTasso/Marta&Carlo: grandissima delusione. Nostalgia. Forse un giorno ri-passerò per leggere questo post filosofico, non ora.
Eliminaun passante seriale
Anche NOI.
EliminaUna serie di passanti ferroviari
regà avete ragione, ma è colpa mia.
Eliminascusate tutti e ripassate quando volete.
anche io provo nostalgia.
Din, improvviderò una lettura dell'improvvido durante l'ora di chimica tra un'ora. Non ne farò Sapere, ma non vedo l'ora. Nel fra' Tempo!:
Elimina"Chi cerca lo stile trova la morte, chi cerca la vita trova lo stile." Eduardo De Filippo
ilMatt., viveur :P
(in settimana, forse, e chi lo può sapere, ti renderò edotto sulle InterVsNapoli di questequellaltro (pallone marca) Mondo - ciao bauscia! ;)
e chi cerca la morte?
Eliminail din morteur
EliminaQuesto autore è stato cancellato dal commento
EliminaxxXxxx;
Menomale che al nostro ristorante Le pizze e le cozze nessuno si prende sul serio, serviamo cozze a forma di pizza e cozze al posto di cameriere sono tutti contenti. no come i nostri concorrenti che si chiamano Le parabole e le cosce che sono impettiti all'inverosimile, fanno commenti di tre metri dopo l'antipasto...
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