Corso accelerato di Letteratura Italiana

Gli scrittori italiani, bravi o meno bravi, mi sembra scrivano tutti più o meno nella stessa maniera. 
(Un po' sarà che scrivono in italiano e vabbè pazienza). 
Però, strettamente avvinghiato: cercano effetti stilistici e linguistici similissimi tra di loro, e la lingua italiana n'è ghiotta cameriera - ci sono delle parole che scricchiolano meglio di altre, a breve contatto, e si tende a farne un uso, direi, mafioso. Gli scrittori migliori, proprio per questo, mi sono ancor più insopportabili: giocano a un gioco sputtanato coll'aria d'andare giù per la prima volta... 
Vedo insomma che tra lo spezzare l'uovo e infornare la torta ci sia sempre l'identica meccanica di passi mosse ingredienti e preparazione.


Questa cosa mi danneggia parecchio l'umore.

Commenti

  1. In generale son d'accordo.
    Ma mi chiedo se a causa del tempo quindi dell'esperienze accumulate nella scrittura si possa ancora identificare un linguaggio nuovo. Dubbi su dubbi credo. Poi se per nuovo s'intende un abbozzo di cèliniana o manganelliana o landolfiana maniera, bè ci sarebbe da coprirsi gli occhi con bende più nere della notte. Il linguaggio ovvio ha la sua importanza, la cura è necessaria, ma mi domando cosa si può tirar fuori oggi che è nelle mani, si sa, dei più comuni forse un pastrocchio, un pasticciaccio brutto o magari belloccio ma pur sempre pasticciaccio.
    Socchiudo un occhio per il linguaggio, con qualche riserva, ma servono contenuti di questi tempi a mio parere.

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  2. Sì Discepolo, è probabilissimo anzi... è nelle cose possibili della lingua che si dia un linguaggio che mandi in cortocircuito quello vecchio. O lo faccia per il tempo in cui gli sarà dato di essere in funzione in un'opera d'arte.
    Per sua natura esso è innovativo e agghiacciante perché erode e rigetta nello stesso tempo, lasciandoti in uno stato di idiotismo balbuziente.
    La letteratura infine è messianica, polimessianica se si può dire. Va avanti a strappo e periodi di costante routine. Noi siamo proprio in un avello di routine divenuta quasi criminogena, mafiosa come dicevo. Arriverà un altro Messia, non è possibile vada in modo diverso.

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  3. Gomorrah scritto da Gaddah.
    Oddyoh.

    ilMattolinih

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  4. Dinamo tu hai troppa fiducia nelli umani, per questo a volte non ti tornano i conti. di scrittori bravi ce ne sono anche troppi, per fortuna meno celebrati di altri. inutile che ti faccia i nomi, li sai. grazie, addio, sono pochi. il resto e (verbo ma su questa tastiera non so come si fanno le acc(ide)entate...) schiuma, forse anche noi stessi lo siamo. bai.

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  5. Ciao Mattolini, felice di rivederti.

    Larry, mi dispiace che i grandi scrittori italiani (quelli bravi veramente, non i titolati) sanno scrivere troppo bene. Nessuno scrive male, tranne quel grandioso triestino Italo Svevo (i conti tornano cazzo)... Gli altri si sono comportati troppo onestamente, hanno poco alla volta spremuto tutto il limone... bisognerebbe farla balbettare la lingua, come Beckett, come Kafka, faccio discorsi in grosso, è una scemenza, lo so.
    saluti

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  6. Se dici Svevo io dico anche Tozzi. Beckett ha dato tanto al teatro dei prossimi secoli, alla letteratura secondo me meno. Borges invece ha dato alla letteratura dei prossimi secoli. Secondo me.

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  7. Sì Borges è stato parecchio donativo.
    Beckett fa parte di quelli che più che aprire gallerie, le chiudono, ma la frase potrebbe essere anche palindroma, in effetti.
    Beckett al teatro del futuro lo dici per le regie o per i "testi"?

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  8. I testi, in particolare Finale di Partita. Funzionano, semplicemente funzionano. Basta seguire le didascalie: ha scritto tutto lui, pause, azioni, costumi, tutto. Se ci vuoi aggiungere delle idee lo puoi fare, ma devi averle almeno pari alle sue, se no fai figure di merdissima (per questo ci stanno tutti lontano, sopra di tutto i socioculturali). Ciao Dinamo.

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