Il poeta Anna Achmatova
E' risaputo che Anna Achmatova non amasse essere chiamata poetessa, ma preferisse la pronuncia al maschile: poeta.
Questa notiziola, spesso seminata dai biografi come un surplus ornamentale alla secca registrazione dei fatti, è preziosa: non perché il sottoscritto sia maschilista, o avversi il movimento femminista, ma perché attesta che la Achmatova detesta(va) che una qualsiasi lotta politica potesse avere a che spartir qualcosa colla Poesia e con l'Arte, anche solo lontanamente. Non fa quindi poi nemmeno molto stupore scoprire che per amore della Poesia, negli anni seguenti la Seconda Guerra Mondiale, fosse stata emarginata e perseguitata dagli scrittori baciapile di Stalin coll'accusa infamante di essere disimpegnata politicamente.
Anche oggi il disimpegno politico di alcuni ingenera scabrose paturnie nei benpensanti autori della Nazione, che, per mancanza di talento e per l'abbondanza di sciacquoni pubblici, cercarono un posto dignitoso all'ufficio di collocamento Scrittori Uniti e Impegnati (contro l'Arte) mandando avanti, come suppostine nel popò, gli a(r)mati genitori a misurare il campo, esibendosi, poi, essi stessi, in un secondo tempo, al festival canoro Tenco (Famiglia).
(Avviso ai bagnanti: non vengono, in questo blog - e diffidate dei blog dove questo avviene, invece - reclutate energie alternative con intenti di contrasto brigantesco a TQ: io li ignoro e tanto mi basta; né si accettano firme per sindacalizzare un ipatetico movimento di disimpegno politico impegnato; né si valutano proposte editoriali inedite di disimpegno politico : ho scritto un post, cazzo!, non fatela troppo lunga: ecco, tutto pì)
Questa notiziola, spesso seminata dai biografi come un surplus ornamentale alla secca registrazione dei fatti, è preziosa: non perché il sottoscritto sia maschilista, o avversi il movimento femminista, ma perché attesta che la Achmatova detesta(va) che una qualsiasi lotta politica potesse avere a che spartir qualcosa colla Poesia e con l'Arte, anche solo lontanamente. Non fa quindi poi nemmeno molto stupore scoprire che per amore della Poesia, negli anni seguenti la Seconda Guerra Mondiale, fosse stata emarginata e perseguitata dagli scrittori baciapile di Stalin coll'accusa infamante di essere disimpegnata politicamente.
Anche oggi il disimpegno politico di alcuni ingenera scabrose paturnie nei benpensanti autori della Nazione, che, per mancanza di talento e per l'abbondanza di sciacquoni pubblici, cercarono un posto dignitoso all'ufficio di collocamento Scrittori Uniti e Impegnati (contro l'Arte) mandando avanti, come suppostine nel popò, gli a(r)mati genitori a misurare il campo, esibendosi, poi, essi stessi, in un secondo tempo, al festival canoro Tenco (Famiglia).
(Avviso ai bagnanti: non vengono, in questo blog - e diffidate dei blog dove questo avviene, invece - reclutate energie alternative con intenti di contrasto brigantesco a TQ: io li ignoro e tanto mi basta; né si accettano firme per sindacalizzare un ipatetico movimento di disimpegno politico impegnato; né si valutano proposte editoriali inedite di disimpegno politico : ho scritto un post, cazzo!, non fatela troppo lunga: ecco, tutto pì)
pì
RispondiEliminaNon ricordo chi raccontava che l'Achmatova era una donnetta in fondo cattivella e invidiosa ... vecchie beghe e beghine del vecchio PCUS ...
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