Comizi d'Amore
"Comizi d'Amore (il nuovo giocattolino di Santoro, ndr) è un po' la proiezione del Fatto Quotidiano dalle edicole alla televisione" (Marco Travaglio da Fazio, in una trasmissione meteorologica)
Ma scusate tanto, signori Travaglio Santoro Ruotolo e via, se questo Comizi d'Amore sarà la bella copia in piattaforma rotante internet-tv del Fatto quotidiano, giornale fascio-populista-forcaiolo, perché impadronirsi, per stravolgerlo, del titolo della storica indagine di Pier Paolo Pasolini che proprio il bieco populismo post-fascista italiota voleva denunciare? Parleranno di sé stessi? dei lor corbelli? La questione sembra soprattutto essere Ci fanno o Ci sono? La risposta è che un po' Ci sono (perché sennò non si spiegherebbe tanto impiego), parecchio Ci fanno.
Comizi d'Amore è l'ennesimo copioso fuoco d'artificio del sistema editoriale per continuare a tenere alto il tasso di tossicità nell'area fumogena della recezione politica, ingenerando confusione e altrettanto stordimento pop.
Ancor più vergognoso che questo giornale, Le rat, geograficamente percepito come estremo sinistro, non faccia altro che portare acqua marcia al pozzo del più becero giustizialismo d'estremo destro, che a braccetto coi brogliacci di Feltri Belpietro e Sallusti, fanno tutti un bell'accerchiamento alla Giustizia col risultato che cresce il senso d'impunità ai piani alti, mentre si lascia scendere tutto il peso della croce giudiziaria sulla schiena dei povericristi che in quanto tali sono colpevoli.
Insomma, la domanda è che cazzo di giornali leggete...?
Scegliere questo titolo (qualunque giustificazione ne danno o daranno) è gettare fumo negli occhi al popoletto bue che li segue.
RispondiEliminaE' autolegittimarsi come esponenti della curtura vera, a scapito de quell'artri che so' fascisti.
E' usare il nome di Pasolini invano, ponendosi, consapevolmente o no, al suo livello ...
Chi ha presente il rischio, la qualità, la faccia di Pasolini in quei documentari non può che esclamare ... ma annatevene affà...
Pasolini cercava veramente l'Amore (qualunque cosa intendesse per amore) ... dentro l'Italia che cambia ...
Questi beceri figuri cercano di immortalarsi nella storia delle italiche stirpi ... ma non capiscono che ormai è il melting pot ... ormai possono solo riprodurre i loro privilegi di casta contro i privilegi di altri della loro stessa casta e il poppolo se gratta ... e anzi li applaude ...
Comizi d'Amore! Cristo!
Lo posso dire anzi fatemelo dire la chiedo come una gentilezza.
RispondiEliminaSpegnamo la televisione che è diventata la scatola della tortura. Sappiamo che l'informazione non risiede nè in queste trasmissioni messe su per i borghesotti appartenenti a quella sinistretta fatta di stracci nè sulla carta di qualche giornale.
Alla fine siamo lì, a portare gli stessi abiti.
Massimo, è vero quello che hai detto sull'Amore in Pasolini
RispondiEliminaDiscepolo,
non è come dici tu.
Si è lì a portare gli stessi abiti quando scrivi colla loro stessa lingua e quindi colle loro stesse idee e stile. Bisogna sfuggirgli artisticamente, creativamente: loro questo non possono sopportarlo, è terribilmente pericoloso, molto più pericoloso della tv che, alla fine , c'entra poco in questa mischia, non è ancora il vero problema. Gli scemi saranno sempre scemi e avranno sempre un pubblico... almeno fin quando qualcuno non cambierà la sensibilità del pubblico.
Il pubblico freme di rivedere Saviano, Fazio, Santoro e persino la Litizzetto.
RispondiEliminaA cambiarla la sensibilità, una bell'impresa. Appunto linguaggio e stile, cambiare il registro linguistico radicalmente.
Apprezzo quella vena di 'pacata' rivoluzione!
La tv si è mangiata gli spazi un tempo appaltati agli artisti "giusti", lottizzando l'aere televisiva in loculi di dominio che politica e gruppi editoriali smembrano e si dividono a piacimento, ficcandoci dentro, ad intrattenimento, qualche beccamorto accomodato e il cadavere di alcuni showman spugnosi organici alla causa...
RispondiEliminail pubblico si guarda lo spettacolo, è vero, solo alcuni tossiscono, ma è lo stesso pubblico, la stessa platea che gode riguardando i film di Totò o le commedie di Eduardo, o ride per Guzzanti, Corrado.
Quella platea allora non è poi così ottusa come qualcuno dice.
Io però non credo nelle rivoluzioni programmatiche, né in quelle pacate né quelle colorate, dico solo che essere diversi da NI che patteggia per le liste di proscrizione, essere diversi da Saviano o da Fazio non è difficile.
Riuscire ad aumentare il numero di gente che viene ai nostri spettacoli è un altro discorso, complesso, che non deve però trasformarsi in programma politico né in piano pedagogico: deve rimanere ciò che è: una Bella scrittura. la gente poi arriva.
Dinamo le Gènti vienghino se c'è posto anche per loro, voglio dire se tu li anticipi su una via larga, su uno spiazzo, e se sei parecchio paziente, perché fanno caciara e sporcheno. Ma tu sei un essere minore, minoritario per vocazione, uno da vicoli e viottoli... ti tocca andare da solo o con pochi " complici ". Ciao.
RispondiEliminaLarry, tra Bagatelles pour un massacre e Une saison en enfer , io avrei scritto Une saison en enfer. Sono minoritario, non c'è Gubbio.
RispondiEliminama, per quanto non mi piaccia qui parlar di me né autografarmi, posso assicurarti che ho sempre avuto (s)parecchio (s)parecchio successo nel mond ano, non per niente e con divertimento negli anni della juventus (nel senso della mia Gioventù) guadagnavo dindini facendo spettacoli comici nei locali, niente di che ovviamente... la cosa diciamo che non mi interessa e non m'interessava ma, è evidente, un animo pop lo debbo per forza tenere.
Secondo me, la gente una grande scrittura è comunque in grado di riconoscerla, forse non capirla affondo...
questo volevo dire a Discepolo.
sono sempre, mio malgrado, alla ricerca di complici inaffidabili.
ciao
Non dubito tu sia pop, ma sei un pop minoritario... Pensa che io i più grossi guadagni della mia vita li ho fatti giocando d'azzardo... sulla gente che ri-conoscerebbe la grande scrittura sei di fòri... ci vogliono i Valery Larbaud... io avrei ri-scritto il libro che più amo, il rosso e il nero (non per vantarmi, ma l'avrei ri-scritto meglio di lui... che in fondo se ne fregava della letteratura e scriveva solo per noia, mandando in stampa, pare, i manoscritti senza nessuna sua correzione)
RispondiEliminaIo sarei invece più pop-porno ... ma ormai l'età avanza ... il ridicolo incalza.
RispondiEliminaIo ho guadagnato begli extra accompagnando per un 4-5 anni al piano la Merini nei suoi recital ... o quello che erano.
E' stata una bellissima esperienza, ma da allora diffido dei poeti...
Certe volte ho il dubbio che la ggente non la riconosce una bella scrittura ... riconosce solo quello che le fanno vedere più e più volte fino a conficcarglielo in testa ... o quello in cui si riconosce senza sforzo ...
La Merini, ad esempio (se piaccia o meno non ha importanza) attirava più come personaggio che come poetessa ... la sua straordinaria langue sarebbe caduta nel dimeticatoio se non fosse stata in manicomio e da Costanzo ...
La ggenti capiscono solo la pubblicità ...
La ggenti va dove si divertono ... o dove può arraffare qualcosa.
Altrimenti se ne sta a casa.
Massimo, la Merini nel mio personale totalizzatore punti ha perso quota dopo essere andata da Costanzo, perché lì mi sa che ha detto delle scemenze proprio incommensurabili.
RispondiEliminaSulle umane genti, che volete? che non sappia che l'omo medio non legge e se legge un rigo guarda due parole su venti? che leggerebbe d'Annunzio come si legge Giannini su Repubblica? anzi, d'Annunzio non lo legge nessuno...
dico solo che l'autoreferenzialità è pericolosa, ed in questo periodo di bassa, ho più convenienza a raccontarmi la storia che ho raccontato a voi. tanto più che faccio parte della gente pure io e con un po' d'attenzione penso si possa leggere chiunque, pure Dante pater familias.
per gente poi bisogna pure capirsi. per uno che legge anche solo Faletti e Brown (Dan), passando a Bukowski secondo me capisce la differenza. anche chi è abituato a leggere Forlani, l'amico tuo Lè, quando cambia casetta se ne accorge.
penzo.
Dinamo, la Merini di scemenze ne ha dette uno sproposito, ma andare da Costanzo era l'unico modo per riempire il frigorifero ... ha saputo vendersi, molto bene.
RispondiEliminaChe dire? Umanamente era quello che era ...
Il punto più basso è stato quando ha scritto una poesia per Vincenzo Mollica ...
Comunque è stato accompagnando la Merini che ho capito che a me la poesia fondamentalmente non interessa ... eccetto Rimbaud, naturalmente. E Leopardi, ma perché ha il mood giusto.
Ma chi legge Forlani? Nenache quelli di NI, probabilmente.
Con un po' d'attenzione si può leggere chiunque, dici, ma è proprio l'attenzione quella di cui è privo l'omo medio ... e non è nemmanco colpa sua.
Dinamo le gènti leggono le storie, convinciti, è sempre stato così (anche quelle iscritte nel corpo di che le scrive). Poi c'è una minoranza assoluta di pretendenti alla corte che si occupa di ferri del mestiere e di dare le pagelle, ma salvo rarissimi casi sono quelli peggio di tutti, che lavorano per perimetrare attorno a loro stessi, per autolegittimarsi (sì, è vero, lo facciamo anche noi, a volte, ma questo vuol dire solo che siamo anche noi, almeno in parte, aspiranti cortigiani).
RispondiEliminaNon dimenticare che Carmelo Bene in tv ci andava... e ci andavano anche Sanguineti e Pasolini... però il primo gli riesciva a fare baraonda anche a domenica in. Ti è chiara la differenza? La Merini da Chiambretti fu favolosa, come lo fu Kusturica. Non si va da nessuna parte a avercela con il lontanovisore... Troisi, la massima espressione della nostra recente cultura, sia in termini etici che estetici, è venuto fuori da lì. E chi si è rifiutato di passarci, nonostante qualità pari al sopracitato, come gènti che ho conosciuto io, è morta nella solitudine e nella disperazione, dileggiato da tutti, senza soldi neanche per il proprio funerale. Fanculo al purismo degli artisti... Insisto che vorrei lavorare al programma dei vecchiacci... anche no.
Larry, io farei volentieri lo sceneggiatore di Un posto al sole, seguendo i consigli del vecchio John Fante che mi è sempre molto molto vicino.
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