Pas de deux (un memoriale dalla provincia eterna)

da una lettera-mail di Giacomo alla sorella Rina per l'estate appena passata 

Ciao Rina, ti sono finite le vacanze? Sei tornata colla bambina a Genova? La piccola è stata bene con tutto il caldo d'agosto? Come sta il pancione soprattutto?

Io ti scrivo per dirti che belva è tuo/nostro fratello, anche se lo sai da sola, ma fa niente, una conferma in più non ti può nuocere. 
Io ti scrivo invece di chiamarti al telefono, uno perché il nostro caro babbo ha messo il lacciolo ai telefoni, e io non ho voglia di arrivare in paese per fare una chiamata e come saprai non ho più un telefono cellulare per colpa di quella fiera di tuo fratello che me l'ha fatto volare dal balcone per uno dei suoi scherzi; due perché come sai preferisco lo scritto alla conversazione diretta bocca a bocca, nonostante tu sia una delle poche persone con cui io possa parlare senza sentirmi soffocare dalla noia e dalla voglia di suicidarmi. 

Cosa ha fatto tuo fratello Carlo nel soggiorno qui da noi nel nostro decadente feudo.... 
Non ha mai spazzato a terra, ha mangiato come un crapulone professionista, pur sapendo delle ristrettezze della famiglia di cui era ospite (visto che abbandonò la dimora avita per inseguire i suoi sogni di artista frustrato) fosse andato una volta a fare la spesa, una mezza volta mi avesse chiesto di andare alla partita insieme, visto che come sai sono patito ma non ho una lira per andare allo stadio (non ho il lavoro), quindi non mi ha mai offerto, anzi vedrai da te dopo che cosa ci è successo. 
Ovviamente non ha mai fatto proposito di telefonarti né di chiederti come sta il tuo bambino e a che punto è il nascituro, né si è mai scomodato a prendere due medicine al nostro babbo che come sai prende gli anticoagulanti e c'è sempre bisogno della ricetta, il ticket esonerante perché fortunatamente la pensione è misera e non arriva col reddito, serve d'andare dal medico, la farmacia ecc. Io ci perdo mezza giornata sana dietro alla circolazione sanguigna di nostro padre. Tuo fratello figurati se perde qualcosa. I soldi perde. La libertà...

Ora tu sai chi è il caro dottor Fornacella. Sai che persona a modo, sai pure quanto bene ti volesse, ti portava a mangiare il gelato giù alla marina, poi tu lasciandoci di stucco decidesti di prendere come marito quello che tuttora hai e tanti saluti. Ti piace mo che state sei mesi l'anno lontani che ti sei sposata un marinaio? Che non ti caca manco di sfriscio? Dove c'è gusto non c'è perdenza, rispondi, fatti tuoi. Ma il bello deve ancora venire.

Comunque, il dottor Fornacella ha preso pure quest'anno l'ombrellone vicino al nostro come tutti i santissimi anni della madonna. Ma quest'anno papà aveva deciso di invitare tuo fratello a stare da noi qualche giorno (che è diventato un mese e qualche giorno) e lui ci è venuto al volo, ça va sans dire, pigliando l'occasione per starsene una mesata al mare gratis, senza degnarsi nemmeno una volta di fare i piatti che con lussuria quasi e ingordigia tracannava fino a scoppiare di cibo. Credo abbia preso dieci-quindici chili in trenta giorni. E' una botte ormai. E' ripugnante come tutta la sua famiglia. 

Dicevo che il dottor esimio Fornacella era di fianco a noi coll'ombrellone assieme a sua moglie, si giocava amabilmente a scopa collo spirito di chi poteva giocare alla pallacorda e si giocava a tressette ogni qual volta lo volevamo (la moglie è una donna bellissima, la conoscerai), e si facevano tante passeggiate lungo la battigia fino al porto... tutto questo prima che arrivasse tuo fratello l'artista. Fornacella sapeva che quella belva era nostro fratello ma non ha mai osato mancargli di rispetto, anzi. Fornacella ti voleva per moglie, ma tuo fratello Carlo ti ha scosigliato fino a spellarti un rifiuto, questo Fornacella lo sapeva ma non ha mai mancato di rispetto a Carlo, mai. 
E' venuto subito a farsi avanti e salutarlo, gli ha fatto conoscere la moglie. La conversazione, anche grazie all'amabilità che tuo fratello delle volte per isbaglio sa usare, era sempre stata spassosa e dentro ai ranghi. 

Poi però ci sono stati dei fatti di cronaca scritti sui giornali. Pura cronaca. Niente di politico, niente di niente che potesse far pensare alla politica. Ma tu mi capisci, quando ci sono due teste di cazzo (ne basta mezza, o un quarto di testa di cazzo, ma con due teste di cazzo su due è inevitabile che si combini la frittata...) si è arrivati alla collisione... da un fatto di cronaca spiccia si è arrivati a parlare di Montecitorio, di Roma, del Papa, della Democrazia e della Monarchia. E qui in questa bagarre i due hanno iniziato a incarognirsi per avere ragione. C'è stata subito maretta. 
Tuo fratello è un bastian contrario, pure tu col tutto l'amore che gli porti l'hai detto tante volte. Se c'è un fascista parla da comunista, se c'è un comunista diventa berlusconiano, se c'è un piccione diventa cacciatore, se c'è un americano diventa russo... e via via per paradossi.
Fornacella d'altronde ho scoperto che gli hanno chiesto di scendere nell'agone politico, data la sua professione trasversale essendo medico potrebbe riscuotere una bella vittoria, sta dalla parte dei signori ovviamente quale lui è, e allora s'è acceso più volte un fuocarone tra i due. Non si sono mai presi alle mani in spiaggia, ma ci guardavano tutti i corcondari. E dovevamo stare attenti a non farli fiondare l'un contro l'altro. S'ammazzavano. E noi tutti a separare, pure la moglie del medico, che è una medica, a staccare i due galli nella lotta per la gallina. Che sei tu, credo io, perché di politica a quel cazzone di tuo fratello gli frega una mazza. E Fornacella è bravo solo ad arraffar voti. 

Alla fine per il fatto stesso di non volerci urtare come famiglia con il dottor Fornacella, andavamo al mare da un'altra parte. Dieci giorni sono passati senza vederci. 

Una sera Carlo finalmente mi ha detto andiamo a vedere la partita, offro io. Ci sarebbe mancato altro che dovevo offrire io senza lavoro.
Accetto e scendiamo in paese nei pressi dello stadio.
Per prima cosa, come da routine, siamo andati nel bar dell'antistadio diciamo, quello dopo le transenne dove c'era già un po' di gente, nonostante si giocasse per le primissime eliminatorie della coppa Italia. Una partita fiacca, buona per rispolverare i riflettori dello stadio, il campo pieno di zanzare e grilli.

All'interno del bar, è successo il fattaccio. 

Ti ricordi tu quando ti legavo al tavolo della cucina perché non volevi studiare e io non potevo uscire colla mia fidanzata finché non avevi appreso la lezione? e ti ricordi che ti facevo leggere ad alta voce i Promessi sposi di Manzoni e la storia di Fra' Cristoforo che si chiamava Ludovico da laico e aveva avuto nel suo passato un brutto delitto a causa di una questione di passo?
Ora, cazzo, io lo so bene che nella nostra Italia cedere il passo in un vicolo, in una stradina, era una cosa da "o la borsa o la vita", e so che spesso anche oggi quando due teste di cazzo si rivedono dopo anni da un urto violento, è sempre pericoloso trovarsi di mezzo, ma che una persona educata e per bene come il dottor Fornacella si sia abbassato, nel duemiladodici, al livello e al lavello, c'è da dire, di quella bestia di nostro fratello è una cosa che mi sconvolge... 
I fatti sono semplici.
Io e Carlo siamo al bancone del bar a sorseggiare un caffè con l'anisetta, quando lui finito a sorbire, dice che va a prendere il giornale sul banco freezer dei gelati... legge un po' lo sport, poi va verso il bagno. Qui per arrivare al bagno c'è da passare un budellaccio di corridoio, che porta alla sala da biliardo e da carte, nel mezzo c'è la porta dei gabinetti. Si trova a quel momento, vedi tante volte la Madonna, a uscire dai cessi proprio il dottor Fornacella colla maglietta della nostra squadra locale addosso... la corpulenza screusa di tuo fratello e la pinguedine di Fornacella non permettevano contemporaneamente il passo all'uno e all'altro. Uno doveva farsi da parte. O indietreggiava il tuo fratellino da dove era venuto, o tornava dentro al bagno il dottor Fornacella o nella sala da biliardo... spazio per un pas de deux non c'era insomma... 
Come avrai capito non si sono messi d'accordo. Io ero arrivato a vedere che tuo fratello riponeva il giornale e andava al bagno... così il rumore delle chiacchiere, la tv, i cori fuori e tutti i borborigmi del bar hanno coperto la fracca di mazzate che i due si sono dati all'interno del bagno dove non c'erano che loro. 

  Carlo, ovviamente, da bandito delinquente qual è, ha avuto la meglio ed ora il dottor Fornacella è dentro un coma profondo, così come dentro una pozza profonda di sangue lo hanno ritrovato... colla testa rotta peggio di quelle che rompono i buttafuori nelle discoteche... 

  Carlo allora è scappato... sì, hai capito benissimo, nostro fratello è entrato qualche ora in  clandestinità, o come lo vuoi dire. Comunque non si trovava. Ci hanno perquisito e messo la casa al contrario per vedere se usciva da qualche parte... Bel pezzo di merda vigliacco farci rigirare la casa come un guanto. Prima sfascia le teste delle persone per bene poi si dà alla macchia. D'altronde ti ricordi quando nonno nostro ci raccontava la storia dei banditi dopo l'Unità d'Italia che diceva si nascondevano per i monti... nonno disprezzava quelli che li chiamavano patrioti... ai briganti. Bell'onore, povero nonno! 
Carlo poi che se la prendeva al mare col Fornacella che aveva iniziato a scrivere una storia elogiativa sulla nostra regione prima dell'Unità d'Italia, con annessa una storia brigantesca, poi quel tuo fratello, si trova lui invischiato in un fatto dalle dinamiche brigantesche. Non si vergogna e non si sprofonda? 
Comunque, fatto bene, l'hanno trovato poco dopo. O forse s'è costituito pieno di vergogna e paura. Credo abbia pensato di averlo ammazzato a Fornacella. Sarà tornato indietro colla coda tra le gambe.  

Ti scrivo questa mail di nascosto e non hai ancora saputo niente perché il babbo non vuole che tu nuovamente gravida e non poco prossima al parto ti affatichi di preoccupazione per questa ennesima storia di Carlo che ormai ne ha fatte di cotte e di crude pel mondo, e anche qui in paese... 

ps: Ci tengo a farti presente che (ho parlato con i famigliari) a poco a poco Fornacella si rifarà. Tornerà come nuovo. Ha già riaperto gli occhi da una settimana, e parla. Della storia ne hanno scritto tutti, giornali radio tv locali... noi come famiglia siamo spazzati via, umiliati, finiti. Menomale che abitiamo sempre isolati dal paese. Ci guardano tutti. Tra un po' potrebbero volare le pernacchie.

Voci certe dicono che tra sei mesi Fornacella diventerà sindaco al cento per cento. Dopo questa storia, figurati tu... 
Ad ogni modo, pure io e papà abbiamo dovuto promettere il voto, per non sprofondare del tutto... 

un abbraccio, e non fare sforzi. 
Pensa ai bambini. 



Commenti

  1. Mi piacque assai il racconto. Scrivi che è un godimento leggere.
    Dove c'è gusto non c'è perdenza, lo dice spesso la mia compagna, di origini molisane. Prima d'ora l'avevo sentito solo da lei. E' forse un modo di dire centro italico? Quasi quasi mi sento in famiglia.
    E se Fornacella fosse morto?

    RispondiElimina
  2. Ciao Massimo.
    Ti ringrazio per le belle parole, sia su questo racconto che sull'altro. Mi sa che sei troppo buono però...
    Dove c'è gusto non c'è perdenza è un modo di dire antico centro italico mi sa, sì. Io l'ho sentita poco volte però devo dire, da alcuni anziani del posto... la si usa specialmente quando uno fa un matrimonio d'amore ma finanziariamente non conveniente... E' una replica, diciamo.

    Fornacella potrebbe morire in effetti, ma più rischia più aumenta il consenso.
    Probabilmente circoleranno false notizie sulla sua morte, per affiatare l'elettorato.
    cmq, ti fo sapere.

    Un caro saluto, e grazie ancora

    RispondiElimina

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