Svendita totale


Gentili lettori, buon pomeriggio. 
Nella notte (notte travagliata e negligente, per dirla tutta) e dopo un lungo periodo di tentennamenti e dubbi, ho deciso che questo lavoraccio di scrivere mi ha prosciugato e deluso: stancato, in una parola. Nauseato. E quindi smetto. Di continuare non ne ho più nessuna voglia, dato che non mi dà più nessuna gioia (oltre a nessun soldo ma questo si sapeva e per questo vi scrivo); forse qualcuno dei miei 25 lettori (non è una citazione manzoniana: 25 è la quota-numero a cui da tempo sono rimasti appesi i followers di questo blog), leggendomi, se ne sarà avveduto, ultimamente, del mio scarso divertimento e della mia scarsa partecipazione emotiva. Aveva ragione, vedeva giusto, il vostro amato qui perdeva lustro, perdeva la sua vena giacosa... perdeva anzi tutto (che come condizione per scrivere non è mai sbagliata, a dire le verità, ma ormai sono talmente rabbuiato e persuaso di seguire i consigli notturni del non più scrivere che anche delle condizioni migliori che mi si presentano, mi si perdonerà, non so più che farmene... eppoi diciamocelo voglio vivere in pace le mie esperienze, tutte le mie esperienze... non mi va di innamorarmi e vivere l'amore con un occhio solo, stringere con una mano le rotondità dell'amata e coll'altra prendere appunti sull'amore, sull'effondimento ardimentoso, sui baci, le carezze... anelare ad un viaggio di nozze solo per poi girarci un romanzo dentro... non voglio più parlare colle persone figurandomele come possibili cammei o cammelli delle mie opere future... non voglio più...). Non voglio più. 
A questo punto, quindi, prima di appendermi al chiodo, e coi magazzini pieni di scritte e controscritte, volevo svendere agli operatori del settore (ché tanto questo so' diventati gli scrittori di oggi) tutto l'invenduto narrativo di questi anni, con annessi diritti d'autore s'intende. Non per vantarmi ma rispetto alla media è merce discreta, abbondante, inedita, qualcosa rifiutata ma ingiustamente - ve lo garantisco -, trattabile, frangibile, incendiabile, potabile, consumabile (controllare comunque sempre scadenza sul retro), intuibile, commerciabile, inutilizzabile ecc ecc ecc. Sono disposto a vendere le mie prosature a chiunque le voglia in realtà, pure i diritti, non per forza a scrittori consolidati in crisi o a scrittori ineditati in cerca di visibilità evvia discorrendo: possono farsi avanti tutti, anche semplici curiosi o piromani o nemici o editori, basta che poi non pretendano continuità nei miei lavori. Io ho chiuso chiuso. Faccio fuori tutto. Liquido. Svendo totale. 
Per fare le vostre proposte l'indirizzo resta quello di sempre (farò ovviamente anche dei giretti in piazza coi miei fogliacci di stampante spillati e nei bar o metterò qualche asta su ebay... chi si trovasse passato).
Prego attenersi perditempo. 
Vi ringrazio dell'attenzione e del vostro interessamento.
Vostro (ché mio non è mai stato) Dinamo  

Commenti

  1. Il fratello di Dinamo8 maggio 2014 alle ore 17:39

    Ma va, Roby, ma tu stai a dà retta a quello... quessa è solo melina in vista della campagna editoriale, fidati, chè io lo conosco bene quella pezza di fratimo.

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