I fagioli e il cane (ripresa rubrica campagne brasiliane) più aggiornamento questione "svendita totale"

"Autoritratto ovvero Io anarchico", Antonio Delfini... anche se a me sembra Dostoevskij

Quello che ci passa davanti in questo momento è Ermanno detto Lu parachil; in realtà è solo un po' tocco in testa dalla nascita (“c’ha nat’ pover Ermann mì” diceva un tempo la sua devota fante - perché quessi di famiglia tenevano pure la fante) e va parlando da solo… ogni tanto, perché è timido, si rivolge a qualcuno, solitamente di sesso maschile (magari dei vecchierelli o delle facce conosciute che ovviamente conosce da quand’è frichinetto), sempre per via della timidezza colle donne davanti alle quali si chiude a riccio e per non fare la parte di quello che spaventa le rappresentanti del gentil sesso che non conosce: da là gli hanno appioppato ‘sta nomea di paraculo, ovvero omosessuale, che in realtà nessuno sa se sia vero oppure no (e che anche se fosse, ‘sti cazzi...) ma Ermanno è bersaglio da anni e anni degli scherzi telefonici di molti studenti pure piccoli del paese – generazioni di scherzi – che si fanno un grande gòdere come si dice qua di chiamarlo nelle ore più piccole o impensate per fargli delle posticce profferte sessuali (eppoi dicono li ragazzini…)... ché anche di piacergli i bambini, a Ermanno, si diceva, tempo fa, co' tanto di storie (naturalmente non documentate). Se risponde la mamma di Ermanno, a questi scherzi telefonici, la vecchia plumbea matrona li manda a fanculo; se risponde lui si dice che si mette a piagne e riattacca. I bambini si divertono e si divertivano parecchio, sia oggi che allora (non nascondo di aver fatto anch’io, agli anni miei, la mia parte telefonica assieme all’allegra brigata con cui m'accompagnavo... capirete, ero pischello).
La famiglia dal canto suo ci mette il carico pure ella e gli ha appioppato un altro compito, anzi due, tanto dicono Ermanno piglia la cosiddetta pensione da matto e non deve fare niente tutto il giorno, dù cos’ li po’ fa pir oss: gli hanno dato il compito di cucinare i fagioli che se uno è disposto a cedere qualcosa alla non irreprensibile igiene dicono che gli escano speciali, i fagioli colle cotiche e le orecchie (io non mangio né le cotiche né le orecchie non vi so dire ma dice che è parecchio forte tra i fornelli); e il secondo quello di portare a spasso il cane, un sant'antonio di parecchi chili un pastore tedesco di razza che ai tempi, mò c'avrà 'na decina d'anni, lo pagarono sui tremila euro forse pure di più... che tutti noi della zona pensavamo (in coro) ma valli a prendere al canile i cani, brutto stronzo (no, Ermanno stronzo, stronzo il fratello, ché il cane è suo, abitano tutti assieme nello stesso palazzone)... però poi a ripensarci, se tutti vanno al canile ok, è una cosa buona, anzi ottima, e io i cani miei sempre là li ho presi, ma i cani come quello, d'allevamento diciamo, di razza come orribilmente di dice, se non li compra nessuno, che fanno li ammazzano? li declassano? che ci fanno? non lo so. 
Come si dice, ci vuole sempre un po' per Dio un po' pei santi. E poi il cane l’avevano già comprato, che potevamo fare noi vicini una petizione? ‘na class action come va di moda mò? 
Non facemmo niente, come va di moda da sempre.

La cosa che fa pena un po’ è vedere 'sto povero Ermanno andare girando per le strade co’ sto caspito di cane gigante al guinzaglio che lo tira da tutte le parti e lui che non riesce proprio a tenerlo, il cane è ‘na bestia proprio (nel senso di dimensioni) e si trascinano di qua e di là a vicenda tanto che quando tira il cane lui – Ermanno – fa la controforza dall’altra parte e poi chi vince vince e decide la strada maestra; se invece il cane è stracco e a tirare è solo Ermanno, che la sfida è tutta psicologica, giocata sui nervi, ti vedi il cane col culo a terra che punta i piedi e cerca di mettere le radici e Ermanno che tira tira come se fosse uno schiavo egiziano che trascinava i blocchi per costruire le piramidi… è una lotta strana, non nego di aver visto varie volte Ermanno sganciare qualche calcio al povero cane che nemmeno guaiva però, non faceva una zitta, stava là e non fiatava… La cagna mia, Pennia, non ci ha mai fatto lega con questo cagnolone di Ermanno, forse perché non dà molta confidenza e ama starsene pei fatti suoi. A casa mia, per altro, c’era pure quest’usanza prima, che mi faceva molto ridere, che quando era ora di pranzo o cena, che davamo a mangiare al cane e ai gatti, a casa mia si diceva “portate a mangiare ai cani” quando in realtà il cane era uno solo, Pennia (pure femmina), e i gatti erano tipo una decina… la cosa che mi faceva ridere era che questa cosa di purtà a magnà a li cà(ni) mi sembrava seguire per assurdo la stessa regola che in lingua italiana si usa per formare il plurale quando ci si riferisce ad un gruppo dove c'è un solo elemento maschile e tanti elementi femminili che si dice “bravi” quando in realtà sono dieci donne e un uomo… ora, perché si dicesse “cani” è ancora un mistero, visto che Pennia è una cagna, quindi se non erro femmina, ed anche se fosse stata un cane maschio, come fa a essere il cane il maschile e il gatto il femminile se sono entrambi maschili? Cosa fa la differenza, la grandezza? Non lo so. Comunque sta storia faceva ridere pure Ermanno, il quale di problemi del genere non ne ha mai avuti perché lui di cani ne ha avuti sempre uno alla volta, dunque portava a mangiare al cane, e non ai cani della storia della sua casa... ad ogni modo, sempre per rimanere nel merito della tenzone elettorale, ché solo di quello sembra si parli ormai in paese quando due persone si fermano a parlare tra di loro, Ermanno mi ha detto che lui per questa tornata qua, gli dispiace e gli se ne passa il cuore, salta. Salta tutto: salta il sindaco, la Regione e l’Europa. Non ne vò sapè niente… Tanto, dice, lui sempre due cose deve fare, chiunque vinca: fagioli e cane. Mò dice, se gli altri votano male, potranno aumentare un po' il prezzo dei fagioli o delle crocchette per il cane... ma per il resto, che ì fa, se non ci va a votare? Niente... E infatti dice che non ci va.


PRIMO AGGIORNAMENTO SULLA SVENDITA TOTALE (per dettagli click qui):
Stanotte sul tardi mi ha scritto nel suo solito inglese maccheronico lo scrittore americano Don DeLillo... dice che vorrebbe trasformare col mio permesso le mie storie in roba postmoderna ecc ecc e fare metà metà. Io gli ho risposto, De Lì, mò co' tutta la pazienza di sto mondo, ma se la prosa mia è tutta postantica, mò arrivi tu e me la fai diventare postmoderna... non per scoraggiarti ma come cazzo fai?
S'è scoraggiato. E non m'ha risposto più. Bravo all'asino, m'ha detto la compagna qua: hai già fatto scappare il primo cliente... 

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