Una regione letteraria

Di storie c'è questa.
Un giorno ci fu il malfunzionamento del governo di una regione italiana a piacere. Questa regione aveva aderito per intiero alla raccolta differenziata, ma per torpore, imperizia o dimenticanza di governanti, non fu assegnato un giorno per la presa e la rimozione della carta e del cartone. 
Nel giro di poche settimane la carta iniziò a riempire le stanze, poi le case, poi i condominii, poi straripò nelle strade dei paesi e cittadine della detta regione. 
Di carta e carte ne avevano fin sopra i capelli. 
Arrivava il disastro geologico. 
Invece arrivò un disastro editoriale.
Uno dei primi a farsi ideologo di una soluzione fu un vecchio notaio col vizietto per le novelle, così principiò ad usare la carta che avanzava e di cui non c'era verso liberarsi, come supporto per scrivere, nel suo carattere principesco, le storielle che più gli garbavano.
Vedendo il notaro vennero dietro altri professionisti, che scrivevano scrivevano, e poi altri e infine anche i carpentieri e le bidelle e i maestri, e i camerieri, finché non si misero a scrivere anche le ultime ruote del carro come gli extracomunitari e i detenuti nelle carceri. 
Alla fine, però, quella non era una vera e propria soluzione. Prima c'avevano la carta, ora non è che la carta non ce l'avevano più, ma ce l'avevano scritta, a penna, o talora a macchina, o cucita. Come veniva veniva.
Così si venne nell'idea di spedire quegli scartafacci scritti (anche se irregolari, ipermetri e farraginosi), a lontane case editrici, sì da debellare parte dell'ingombrante fardello d'immondizia che galleggiava lì da loro.
Pare che giunsero nelle città delle altre regioni ad alta densità editoriale romanzi scritti d'ogni tipologia, pure attorno e dentro le scatole dei gelati mangiati, sopra i tovaglioli scottex, sopra i rotoloni Regina semi-adoperati come da consiglio pubblicitario, e in ogni dove cartaceo ancora, come le schedine perdenti del superenalotto o le carte piacentine logorate, o i pizzini politici... 
Una casa editrice, inavvertitamente, rispose ad un esordiente di quelli col problema della spazzatura di carta straccia dicendo che il suo libro era bello tanto quanto il Pinocchio. Purtroppo le case editrici stavano chiudendo le porte a questa valutazioni perché ne arrivano troppe, una regione geografica completamente di scrittori, poeti, novellisti e drammaturghi che vogliono esser letti, o comunque che vogliono disfarsi della loro roba letteraria è troppo... 
Pare poi che sommersi come erano dalla carta gli editori stavano convincendo qualcuno di importante, lassù in alto, dei sicari in buona sostanza, a fare come d'Annunzio un volo coll'aeroplano sopra la regione geografica letteraria e lanciarle addosso benzina e fiammiferi accesi a pelo di terra, così da fare andare a fuoco la regione più letterariamente produttiva ed incontrollabile della penisola italiana. 
C'era un'equipe che ci pensava, a questo, solo a questo.
Di letteratura non se ne poteva proprio più. 

Scusate la celia. 

Commenti

Post più popolari del mese

Le ragazze con il grilletto facile

Un'altra poesia di Lo Tasso (2)

Germania in autunno