In questo filmato sopra - che consiglio di guardare - Gilles Deleuze esprime importanti concetti sulla società, la politica e la storia della filosofia. Mi fa strano però che trattando dei moti rivoluzionari del '68 non espliciti la centralità del fenomeno economico come propulsore (o uno dei grandi motori) dello slargamento dei diritti. In una società economicamente statica, autarchica, priva di investimenti consistenti, sprovvista di industrie, con un'economia agricola e vicina alla cosidetta "sussistenza", senza un avviato sviluppo economico statale (dal piano Marshall), senza la creazione di un mercato globalizzato, democratico e liberale, chi avrebbe dovuto finanziare le ribellioni sessantottine? A chi conveniva emancipare gli uomini, se parimenti questa emancipazione non si fosse tradotta anche (o soprattutto?) in libertà di acquisto, e appagamento dei desideri? La questione fondamentale è quanto i diritti lievitano a contatto coi beni, se non sia l'o...
Un genio, il vero cervello della coppia (pare che, quando sul set domandavano qualcosa a Hardy, lui rispondesse sempre: "Chiedete a Stan, è lui che decide").
RispondiEliminaChaplin rappresenta il lato poetico, e vabbè, ma loro sono la pura arte dei tempi comici, la geometria della gag, l'algebra delle mosse e contromosse.
Ecco, quel che avevo da dire l'ho già detto qui:
http://ruminazioni.blogspot.it/2010/06/dalla-parte-di-stan.html
Grazie Sergio, vado a leggerti.
EliminaAdoravo Stanlio e Ollio. :-)
RispondiEliminaSì, in effetti è vero, la mente era lui. Un vero genio.
era soprattutto la maschera
RispondiEliminaStenliooooooooooo, oooooohhhhh, ooooooohhhh, oooooohhh ...
RispondiEliminadevo essere l'unica al mondo che li chiamava "Ollio e Stanlio", da piccola, ed ancora oggi quando li nomino devo pensarci su quell'attimo... comunque li guardavo sempre, troppo divertenti...
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