Bukowski famigliare

Una delle più belle creazioni di Bukowki è stato il Bukowski famigliare, un personaggio avanti cogli anni, disilluso, ironicamente distaccato e disinteressato, alle prese con una inedita fortuna economica scaturita dal suo lavoro di scrittore, una (terza) moglie premurosa e giovane, una bella villetta da sogno americano, i giornalisti, i fan, una jacuzzi dove sguazzare, alcuni gatti, le corse all'ippodromo la mattina, la mercedes nera, il computer nuovo la sera su cui sferragliare le poesie di Last Night of the Earth Poems e di Bone Palace Ballet, gli ultimi romanzi, gli ultimi racconti e il diario di bordo (bellissimo) Il capitano è fuori a pranzo
Non solo. 
Il Bukowski famigliare non è solo una grande invenzione biologico-letteraria, è anche una grande capriola in avanti da un punto di vista stilistico: mai come in quell'ultima produzione Bukowski scrive così bene, una prosa ironica, sferzante, romantica, disincantata, lineare, senza una goccia di profumo in più, senza un'unghia di polemica e mordente ribellione in meno... una prosa limpida e perfetta, una prosa che sa diventare di un'eleganza ammirevole, vieppiù perché è un'eleganza cavata e inventata di sana pianta dentro quel modello, bukowskiano originale, di stile. 
Buk è uno di quei rari casi dove il denaro fa bene, invece di spegnere come un interruttore le carriere degli artisti...

Commenti

  1. Io lo amo il Buk di quegli anni. Mi sembra persino di conoscerlo personalmente. Lo senti vivere e respirare e invecchiare.
    Mi ricordo il dispiacere quando ho sentito la notizia della morte. Incredulo. avevo perso uno di famiglia.
    Pareva che Chinaski dovesse vivere per sempre.

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  2. l'ultimo Bukowski andava soprattutto a vino, dopo le privazioni cui lo costringeva Linda che però ha avuto il santissimo merito (anche letterario) di donare altri dieci anni a quel "vecchio sporcaccione" di Buk...
    la sua scrittura di quegli anni era diventata talmente tanto "fisicamente saggia e presente" che, hai ragione, poteva non morire più, già che c'era...

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