Il grandissimo Francesco Nuti
Per me, Francesco Nuti è stato, ed è, un'assoluta genialità attoriale e sceneggiativa, più sceneggiativa che attoriale a dir vero. I suoi film sono miniere d'ori e preziosi, concrete casseforti, e la sua arte sottilissima, bella.
Sono tra quelli che lo preferiscono a Benigni (anche se Berlinguer ti voglio bene è un capolavoro insuperato e forsesicuro insuperabile), e lo considerano, tra l'altro, per alcune cose, superiore a Troisi di cui Nuti era un tanto gelosino.
Non capisco sinceramente come facciano alcuni beccamorti attorno a noi parlar male continuamente del cinema italiano quando abbiamo avuto ed abbiamo attori di assoluto genio, anche se sempre più isolati ed in silenzioso ritiro.
Non è che, qualche volta, è colpa dei beccamorti?
Sono tra quelli che lo preferiscono a Benigni (anche se Berlinguer ti voglio bene è un capolavoro insuperato e forsesicuro insuperabile), e lo considerano, tra l'altro, per alcune cose, superiore a Troisi di cui Nuti era un tanto gelosino.
Non capisco sinceramente come facciano alcuni beccamorti attorno a noi parlar male continuamente del cinema italiano quando abbiamo avuto ed abbiamo attori di assoluto genio, anche se sempre più isolati ed in silenzioso ritiro.
Non è che, qualche volta, è colpa dei beccamorti?
Mi permetto di dire che non sono d'accordo. Ma il mio concetto è viziato dal principio. Nuti per me rimane un modesto. La commedia 'all'taliana' ha profonde radici e di certo io, da ignorante, non ho il diritto di spiegare nulla.
RispondiEliminaHo rispetto per la sua storia ma non mi dimentico di chi viene prima di lui.
Il cinema italiano oggi presenta delle grandi lacune e ricordo il Fellini dell'episodio Boccaccio '70. Un vuoto.
Discepolo, puoi permetterti tutte le disapprovazioni che vuoi, anzi fai bene a dissentire.
RispondiEliminaIo credo che il vuoto, con tutto il rispetto per lui, l'abbia lasciato molto più fondo e grande un altro regista più importante: Monicelli. Non mi fraintendere, mi piace tantissimo Fellini, specie i classici, ma andrebbe ridimensionato un pochino, secondo me.
Nuti è legato ad altre stagioni, ad altri attori... non è al livello del Cioni di Benigni (quando cioè Benigni era Qualcuno) ma del dopo sì... veditelo se ti manca Berlinguer ti voglio bene.
il discorso sarebbe lunghissimo; poi sono anche gusti.
un saluto
Il problema di Benigni è che gli si è data troppa corda, alla fine l'occasione fa l'uomo ladro e lui, dati i tempi, il Benigni s'è preso più di quanto potesse. Ricordo bene Berlinguer ti voglio bene e non posso dir nulla su quella pellicola.
RispondiEliminaMonicelli ha fatto buone cose ad inizio carriera dopo, poca roba.
Troisi non mi vien di metterlo alla pari con Nuti e condivido che sarebbe un discorso lungo spiegarne i motivi e giù di lì.
Il problema di Benigni è che è diventato troppo benigno... una bomba disinnescata. da chi, immagino, non so.
RispondiEliminaciao Discepolo
Per ciò che può valere, per me Nuti è inguardabile: davvero, non posso guardare più di cinque minuti di un suo film, senza che mi venga una furia di fare altro...
RispondiEliminaD'accordo con te.
RispondiEliminaNuti mi piaceva proprio tanto. Molto più sottile ed arguto, con una sensibilità notevole che lasciava presagire tutta la vulnerabilità di cui purtroppo ha dovuto pagare lo scotto.
Mi faceva l'effetto di un uomo "nudo", nel senso di capacità di spogliarsi in maniera disarmante di tanti cliché e stereotipi e di mostrarsi qual era.
Benigni invece non lo sopporto: ridanciano oltre ogni limite, crasso, scontato.
O forse semplicemente non gli ho perdonato di aver frainteso gli ultimi versi del canto della Divina Commedia su Paolo e Francesca:
"Mentre uno spirito questo diceva,
l'altro piangeva, sicché ne rimasi sconvolto,
al punto che svenni per l'emozione
e caddi come corpo morto cade."
In cui Dante cadde non perché l'amore vince su tutto ed ha il dominio assoluto delle emozioni, bensì perché si trova a riflettere sul probabile esito dannoso che la sua prima produzione potrebbe dover esercitare sugli animi dei giovani, nel senso di infiammarne i sensi.
E' il primo indizio di una riflessione e dell'autocritica che Dante inizia a fare sull'intero corpus della sua produzione e non uno svenimento emozionale dovuto alla bella storia di Paolo e Francesca. Anzi, il contrario, Dante sviene proprio perché atterrito.
Mentre Benigni - improvvisatosi esegeta - gli dà un'interpretazione del tutto diversa.
Magari ha ragione lui (insomma, la D.C. è suscettibile di diverse interpretazioni), ma a me sta antipatico lo stesso. :-P
Rita, Nuti a me piace tanto, ma mi piace tanto anche il primo Benigni, solo o con Troisi che trovo molto più in gamba di lui. basta vedere nei film insieme o nelle apparizioni televisive come Troisi appannava Benigni. Berlinguer ti voglio bene, però, è uno dei miei preferiti (e io sono di gusto difficile).
RispondiEliminaSulla Divina Commedia, ti dico, Benigni ama Dante ma non è un filologo... e questo non può che handicapparlo davanti a quel testo.
Resta che Dante recitato da Carmelo Bene è una delle cose migliori che si possano "audire". C'è un abisso tra l'una e l'altra.
Però Benigni antipatico non mi sta...
Ciao Rita