Una storia semplice
In Italia, la cosa migliore da fare è stare a distanza di sicurezza dai sistemi editoriali, evitarli con freddissima lucidità, più o meno come si cambia meta di villeggiatura quando il paese che ci interessa è entrato in una guerra, o sia stato piggiato come uva da un tornado. Ad un bravo scrittore-intellettuale strettamente contemporaneo, o soprattutto ad un bravo scrittore-intellettuale che farà parte della posterità, non resta che augurare l'esilio o l'isolamento, la reclusione, insomma di ficcare quanti chilometri di distanza riuscirà tra lui e i suddetti emissari e tutta la loro corte di ruffiani... dovrà in sostanza ficcarci in mezzo talmente tanti chilometri che non sembrerà (o non sarà) nemmeno più uno scrittore. Ma un morto... Il guaio è proprio qui... il guaio è che questa che tanti autori importanti confondono colla Libertà, è una trappola lussuosa, di continuo riuso storico, una delle meno sofisticate per giunta: isolare o portare gli autori all'isolamento