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Quattro chiacchiere su Gilles Deleuze e il '68
In questo filmato sopra - che consiglio di guardare - Gilles Deleuze esprime importanti concetti sulla società, la politica e la storia della filosofia. Mi fa strano però che trattando dei moti rivoluzionari del '68 non espliciti la centralità del fenomeno economico come propulsore (o uno dei grandi motori) dello slargamento dei diritti. In una società economicamente statica, autarchica, priva di investimenti consistenti, sprovvista di industrie, con un'economia agricola e vicina alla cosidetta "sussistenza", senza un avviato sviluppo economico statale (dal piano Marshall), senza la creazione di un mercato globalizzato, democratico e liberale, chi avrebbe dovuto finanziare le ribellioni sessantottine? A chi conveniva emancipare gli uomini, se parimenti questa emancipazione non si fosse tradotta anche (o soprattutto?) in libertà di acquisto, e appagamento dei desideri? La questione fondamentale è quanto i diritti lievitano a contatto coi beni, se non sia l'o...
Il superfluo
Dinamo Seligneri davanti all'ennesimo pomeriggio passato super fluamente Io di mio sono una persona che la fai contenta con poco,e tanto superfluo commerciale che c'è attorno a me non lo colgo, non credo solo perché non posso permettermelo, proprio perché non mi interessa... anche se poi bisogna mettersi d'accordo su ciò che è superfluo commerciale e ciò che non lo è. Quindi quando sento di qualcuno che vorrebbe ammazzare, soffocare il superfluo, spesso nei circoli degli intellettuali (o dei politici della sostanza ) che riverberano nella rete o in tv, oppure sento dire che bisogna tornare alla natura (che poi che cos'è la Natura?) , mi spavento un po', e difendo con il coltello il sacrosanto diritto della gente di perdersi, sperdersi, mortificarsi o bearsi del superfluo . Mi viene quasi da urlare: siamo superficiali. D'altronde anche l'arte, il cinema, la letteratura, la musica, il teatro, non rientrano nei bisogni primari, tanto cari all'antropol...