La salute della letteratura italiana (dalla biografia in preparazione di Mario Lo Tasso, pp 4556-4557)





Al principio degli anni ottanta, Mario Lo Tasso tornò nella sua Campobasso, proveniente come qualcuno ricorderà da quella oscura leggenda sulla sua fuga in Africa che tanto allora lo perseguitò (quanto oggi perseguita noi biografi), e com'è come non è, morso forse da velenosi serpenti o da vari affronti e incubi schiavistici - a detta dei fedeli parenti -, si affusolò mogio mogio a letto, quasi senza parlare, molto ammalato, non solo di testa, quale si pensò da subito, ma nel fisico e come accade sempre ai poeti, nel cuore. 
La voce che fosse caduto in disgrazia (insieme a quella del suo improvviso ritorno) si sparpagliò presto; molti paesani riverenti, reverendi, conoscenti, amici, poeti, scrittori al guinzaglio di critici, casalinghe e critici semplici cominciarono ad andare e venire dal suo capezzale subito ben parato a lutto (si pettegola infatti che la moglie in quei mesi fosse ancora molto incattivita per la misteriosa fuitina del marito in mezzo all'Africa, che non le era proprio calata, e si comportava per riflesso condizionato, dal dispetto, e poco ci mancava che mettesse i manifesti che il marito stava là là per partire). 
Uno di questi amici scienziati delle lettere, poeta notissimo nel basso meridione e in alcuni ambienti culturali tra Caserta e Formia, dopo aver salutato Mario in preda allora a delle accesissime visioni (che egli spiegava e raccontava non da meno agli astanti con parole dantesche e di memoria dolcestilnova, nonché di suo più esplicito sacco), il poeta meridionale disse alla cerchia di compagni letterati che lo scortavano in quei momenti di dolore per l'amico che Mario Lo Tasso era senza ombra di dubbio alcuno il miglior poeta morente in lingua italiana (e faccio notare, per i meno scafati, che in quel torno di tempo, altrove e sconsolato moribondava e poi morì il nostro premio Nobel e grande poeta Eugenio Montale). 
Quando ormai i famigliari avevano comprato il vestito e la cassa e tutto da morto a Mario, cose che per altro, ricordo al volo, specie al Sud, si doverebbero fare solo quando uno è sicuro sicuro sicuro che quello si more... cioè quando s'ha mort mort... invece quella volta quella mancata scaramanzia, forse dettata pure dall'astio della mogliera Concetta apparentemente tràdita dal poeta, portò bene a Mario che di punto in bianco, colla facilità come si spalanca un armadio, si riprese e nel giro di poche settimane tornò salutare (e anche a salutare), in piena forma, pronto a pettinare nuovi grandi poemi e novelle di matrice africana nera (che poi in realtà non scrisse mai per massimo riserbo o non sappiamo che noi). 
A chi gli disse della bella e buona battuta dell'amico poeta meridionale, Mario rimasto molto punto e addolorato rispose che la vita l'aveva fregato di nuovo, e che se in punto di morte un titolo aveva avuto, miglior poeta morente in lingua italiana, ora, siccome manco quello era stato capace di fare, morire (o nel limbo della morte rimanere), ora, diceva, tornato alla vita (vinto dalla vita!), anche quel titolo occasionale aveva perduto, lasciando infine pure quello all'odiato e pluripremiato Eugenio Montale (che alla fine co' tutti quei titoli e diplomi che se ne faceva... mentre a lui senza premi e senza niente... magari... ... Ingiustizie della vita che non vuole cedere il passo alla morte!)... 
Non tutto il male però come si dice viene per nuocere, e dobbiamo a questo rocambolesco fallimento mortuario la nascita di una delle più belle liriche della vecchiaia del Lo Tasso... Sono stato per alcuni giorni il miglior poeta morente in lingua italiana, e ora che sono vivo, rinato dal fondo di letto, strappato alla mia frettolosa ed economica cascia, vinto dalla vita... manco più questo sono... che sono, allora, dimmi, anima mia balorda? Un comune detenuto... e niente più... tu rispondi...  

Commenti

  1. Riporto quattro rece - pubblicate rispettivamente su amazon, ibs, anobii e SetteMagazine - a "Notte a Bergamo - Maiali", poemetto in prosa del nostro caro Lo Casso

    so di essere una voce fuori dal coro, ma LT non mi ha convinta affatto :un guazzabuglio temporale spesso poco comprensibile e noioso che vorrebbe sembrare letteratura.I grandi autori sono altri. L’ho finito per puntiglio …. (annanna)

    Probabilmente le 300 pagine più inutili della storia della letteratura.
    Inconcludente, noioso, scialbo e grigio.
    Passi tutto il tempo a chiederti quando decollerà la storia. La risposta è che non decolla MAI.
    Sconsigliatissimo. (eris)

    scrittura “irritante”. Il mio giudizio è inevitabilmente condizionato dalla versione Disney con la quale veramente non c’è paragone.Deludente davvero.
    ps: da bresciana, paragonare i bergamaschi ai maiali è un'offesa per i maiali
    (blackswan)

    Un libro da vecchie checche. (ad'o)

    ilMatt: stroncature e bellezza dello stile assertivo, il lettore che non detronizza per niente il Giudizio, ma lo replica, lo moltiplica, lo diffonde, così sottraendolo ad ogni possibile discussione &tc ... cia' Dina #forzanapolisempre :P

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  2. Matt, vatt a fa na vacanza che sti cott.
    Notte a Bergamo non è di LT, è un falso (d')autore clamoroso. Lo sanno tutti. LT (ma se per questo anche LC) ha pubblicato solo in due antologie molisane, irreparabilmente perdute perché di circolazione locale e nelle poche occasioni dove il poeta ebbe a manifestarsi (matrimoni, cerimonie di comunione e cresima, sagre dell'entroterra e feste patronali). Il lavoro attuale è mirato sul recupero e nel restauro delle sue carte private e nei suoi diari in versi.
    Sulla qualità letteraria del toretto poetico di campobasso invece s'è espresso oltre all'illustrimo DS (che la comunità ringrazia anche telefonicamente quando riattiveranno la linea) da noti critici che non stiamo qui a dire perché l'elenco sarebbe troppo lungo e complesso (due su tutti: Vito Crimi e Vittorio Sgarbi, nonché di passaggio il fascio comunista Antonio Pennacchi).

    Luciano Necorrispondoio, Filologo classico lotassiano impegnato (sentimentalmente come parcheggiatore abusivo)

    Luciano

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  3. +++ FLASH +++
    Lo Tasso è tornato in pubblico. Dopo averlo creduto morto per più di 50 anni, il noto poeta si è presentato a sorpresa in un bar del centro di Isernia. Alla domanda “cosa l’ha spinta a tornare tra noi?”, il poeta Lo Tasso ha risposto: “A ottobre parteciperò a Ballando con le Stelle”.

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  4. NIENTE ICE BUCKET!

    La Gioventù Lotassista brucia tutti e spara a vista!

    PAM PAM PAM

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  5. Ciao Matt.
    Simpatico il nucleo lota, ce ne sarebbe per far crescere un vivaio di infrarealisti sulle orme del loro babbo (s)putativo con tutto quel selvaggio molisano che ne consegue; ma ce ne sarebbe pure per non far crescere proprio un bel niente, come nella migliore cultura lotassica.
    Ad ogni modo (e con tutta franchezza), penso che sta maniera di cazzeggiare per siti è bella che finita (purtroppo?). Tu che ne dici? Io dico che non tiene neppure più nella nostra vecchia compagnia di scioperati e sonati.
    Ti mando un saluto, ciao Matt. Suona poco.

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  6. Formati alla scuola dei velleitari, idolatri del frammento e delle stigmate, apparteniamo a un tempo clinico in cui contano solo i casi.
    Ci interessiamo a quello che uno scrittore ha taciuto, a quello che avrebbe potuto dire, alle sue profondità mute. Se lascia un'opera, se si spiega, si è assicurato il nostro oblio.
    Magia dell'artista irrealizzato - di un vinto che lascia perdere le sue delusioni, che non sa farle fruttare.

    Saluti,
    M.E. Rancio, colonnello in pensione

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  7. Dina, amico mio, cazzeggiare in giro no (o non +, se non qui, anche se forse la tua + che una constatazione era un un invito...), ma sfruculiare, cacare il cazzo e sfrantumare le guallere è tuttora possibile: francamente (francamente) una *shitstorm* non si nega a nessuno... ;)

    Cia' Dinuccio :P, ilMatt.

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  8. OT

    colonne', allora a Parigi tra gli apolidi ancora persiste la passionaccia per il '700 Napoletano ... pro pongo a volo a volo un brano che i lotossici so per certo apprezzeranno
    https://www.youtube.com/watch?v=wxf1Jg2UUag

    lMttln

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  9. Caro amico Matt,
    l'importante è non sentirsi come i protagonisti di sapore di marevent'anni dopo. Io non mi ci sento. Penso nemmeno tu. Tanta voglia di sfruculare però non la tengo più (tanto, quello che dovevamo dire - e loro capire - l'abbiamo detto e stradetto)... forse manco di bloggare mi tè voja più, tanto pure là, quello che potevo ho fatto, credo.
    E la constatazione era più invitante per me che per gli altri.
    Un caro saluto Matt e salutami i poeti campani, io contraccambio cogli abruzzi&molisi

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    1. ti avevo scritto un papiello ... ma il sistema + ingordo di adl pare selosia strafogato sano sano boh ... meglio accussì. e mo non tengo genio di ripostare... ma che grandi latrine e locene e lumere e perete e perciò romane sono le mamme di britos albiol maggio e rafael e del pappone per antonomasia!
      matt: 'na cusarella, 'na fesseria 'e cafè, se un giorno di questi fai saltare in aria il ponte, oltre che sulla luna, dove e in che sfaccimma di maniera ti posso secutare? obrigado

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  10. Matt, sei molto gentile, ma secondo i miei piani urbanistici il ponte resta dove sta, e dovrebbe reggersi ancora per un po' se qualcosa ci ho capito... tu dici sempre tua nonna (e fai bene), io ti dico che mio nonno che faceva il carpentiere tirò su senza fare una zitta assieme ai suoi compagni un ponte ('sto qua) che è proprio un bel ponte - che è vero che la gente ci si ammazza, ma è vero pure che ogni giorno ci passano migliaia di macchine e furgoni e autrotreni e merci - e io invece qua per un ponte di blog che non ci passa sopra niente e che non ho sollevato un filo di paglia per tirarlo su, che si potrebbe dire che s'è tirato su da solo (senza fare similitudini), mi ci pure lamento... che nipoto snaturato.
    Sulla partita di stasera non mi pronuncio perché hanno parlato britos albiol maggio e rafael (che ha dimostrato che in panchina è un ottimo portiere...) ma non mi dimenticherei benitèzz, che ancora nn capisce dove far giocare hamsik e come impostare la squadra...

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    1. din, sua adiposità 'o mistèrr' nn lo jastemmo porqué nel balompié se c'è una cosa di cui si potrebbe fare a meno già da mo è la figura dell'allenatore, una pianta ornamentale... ma sicuro come la morte mi sbaglio je anche perché nn vado tanto appresso neanche al rococò o allo stile galante, però sì alle pieghe bar roque di napoli centro. mattù desiderio. hamsik - mo la tiro su una similitudine confronto paragone boh, ma prendila con le bol(l)e - è un p.inzaghi della trequarti, dritto per dritto verso il gol, naturalmente - senza altri pensieri mansioni incarichi o + o - alte/basse piedevalanze assortite.
      dici nonno (w il nonno). dici ponte (w il ponte). ma lo dicono via dotto: gli infilerei il ponte dentale di mio nonna nelle vagine delle loro figlie assieme ai genitali recisi di ADL, burocrati del cazzo!

      ilMatt: stanchezza, insonnia, rispetto per il popolo basco, stadio rifatto a dovere, ma tifoseria a livello gobbodromo & je che mi credevo che cazz'era... cia'

      ps: ma i vecchi trolloni LM, fm, massimo che brutta fine hanno fatto?

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  11. Mah, Matt, vivacchiano, penso... che vuoi che facciano? una bottega di narrazione?...... o una scuola elementare di scrittura emUliana?

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