Guerino e il treno della realtà
A conoscere Guerino ci ho guadagnato una storia cruda e bruta che mi metterò a raccontare al posto suo solo perché, dice, non gli piace per gnente di scrivere storie di malapoesia, e non è mai riuscito a starsene fermo e buono con una penna in mano (se sapesse che c'è gente che ci va a scuola per imparare a stare con le penne in mano... che poi anche a scuola scuola quello che ti insegnano alla fine non è solo quello di starsene fermi, da parte, e non rompere le palle?...). Prima della massiccia invasione dei mezzi di comunicazione di massa (che costrutto orrendo!), nel tempo cioè che i villaggi non erano globali come oggi, ma semmai erano solo villaggi di case tanto piccolette e sgarrupate da entrare nella testa di un povero illuso come me (o come, nel senso buono, di Guerino), in quel tempo le notizie mondiali o nazionali in paese arrivavano con una lentezza mostruosa, e spesso non prendevano manco la corriera o il treno per arrivare il pomeriggio o il giorno dopo, arriv