Attenti all'inno

L'altra sera, durante la finale di Coppa Italia, all'Olimpico, Arisa canticchiava con la sua solita simpatia (a me è simpatica) lo sbilenco e molto inguardabile Inno di Mameli. 
La cantante è stata all'inizio applaudita per via della sua fama, e per la sua risaputa bravura di cantantessa leggera. 
Poi, capito l'inghippo, cioè che avrebbe cantato l'Inno d'Italia e non qualche sua canzone simpatica, la povera malcapitata è stata ingoiata da un'ondata flatulente di fischi fatui. 
Dopo questo sciabordio scialacquato di matrice protestante ortodossa, Schifani si è detto sinceramente sconvolts. 
O' so' sc'onvolt.  


Ora, io mi sono creato un mio mondo e da lì chiacchiero, quindi mi scusassero se dico frenetiche corbellerie, ma non credo che l'Inno di Mameli sia stato snobbato per motivi diremmo nemmeno lontamente politici. 
Credo che dobbiamo rivalutare quelle rozze e stridule rimostranze fonetiche della gente di domenica: esse vogliono semplicemente dire che il gusto estetico del paese sta crescendo a dismisura, nonostante la tv di Stato e le tv private, quindi sarebbe ora di mettersi attorno ad un tavolo quadrato e riscrivere, magari anche in stato di costipazione o stitichezza, ma per benino, l'Inno di questa nostra pen isola. 
Prego tenere lontano dal team di autori il gruppo Amici. (Tranne Carone che sape scrivere).


Oppure sempre che non lo vogliano far diventare un artista ufficioso post-mortem, potremmo prendere una delle più belle canzoni di Lucio Dalla, e fare un inno meta-innesco, da intitolare Attenti all'inno, si buttano tanti soldi dalla finestra... non può lo Stato comprare i diritti di questa splendida esecuzione? 


   

Commenti

  1. Su Arisa non mi pronuncio per rischio querela ... diciamo che quando la vedo mi prudono le mani ... sarà uno sfogo allergico. L'Inno di Mameli, per bruttarello che sia, è l'inno nazionale. Non credo che sia il caso di riscriverlo. Non c'è nessun essere umano DEGNO in quest'epoca di scrivere un nuovo inno nazionale. Questa "povera patria" è stata troppo calpestata, vilipesa, impoverita, sfottuta, denigrata dai suoi stessi abitanti... sarebbe ora di invertire la tendenza.

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  2. Massimo, secondo me gli italiani c'hanno la patria che si meritano. cioè di quella roba là che ci si concima la terra.
    indi per cui, mi accontento di migliorare quello che si può migliorare: il nostro brutto inno...
    i nostri brutti italiani la vedo molto molto molto più difficile...

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  3. Tu sei italiano, io sono italiano ... con tutti i difetti che ho, non credo di meritare una roba simile. Non mi sento in linea con la tendenza all'inciucio, la furberia, la ruberia, la disonestà, il pressapochismo, il diocepensa, l'arroganza, la bruttezza interiore, il fascismo metafisico, l'adorazione del forte e il dsprezzo del debole, il leccaculismo, ecc, ecc, della politica e del popolo. Come me, ce ne sono tanti, forse non milioni, ma tanti.
    E anche se non nutro speranze di nessun tipo, ormai, l'Italia, la dolce Italia, è fatta anche d persone come noi ...

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  4. mah, io nella mia vaghezza giovanile ricordo che pensavo che almeno nelle arti potessero esistere bellezza non corrotta e meritocrazia. ci si accorge ben presto che sono ciance da mercato. e vale fino ad un certo punto il discorso sul talento che c'è o che non c'è, sul fatto che solo chi ne ha poco cerca di emergere come può, in maniera illecita. è una verità, ma non la sola. spesso è proprio il troppo talento ad armare la mano degli artisti... perché del loro talento non frega niente a nessuno. guarda a quante chiese ha dovuto bussare l'impavido Carmelo Bene che poi sembrava un leone in tv... e che uomo che era! uno che elogiava Moravia e Pasolini (ti pare possibile Carmelo Bene che apprezza l'arte di Moravia? oppure il sodalizio con Deleuze? ma erano tutti amici, tutti aiuti, tutto incasso...)... guarda Proust che riusciva a maneggiare recensioni e appoggi altrui da fin dentro una stanza lastricata di sughero. pensa a Svevo che se non fosse stato per l'amicizia e l'intercessione di Joyce (da cui andava a piangere per la cattiva accoglienza dei suoi libri) presso il grande mondo culturale europeo, sarebbe morto come un anonimo scrittorino di provincia. pensa a Poe (hai mai letto la sua corrispondenza? una continua lamentazione finalizzata alla sua promozione, letteraria e finanziaria).

    sullo schifo attuale del letterante via internet e via giornali e via cavo sai bene che possono dormire tutti con un occhio solo. e nemmeno, spesso c'è bisogno di chiamare il metronotte.
    sai bene quali clan d'auto(s)palleggio si creano che hanno in pratica costretto anche noi a parlare quasi solo tra di noi... così sembriamo un'associazione come lori... e il bersaglio è più facile.

    questo per dire solo ciò che accade(va) nel culturale, italico e non.
    negli altri settori, ognuno ha esperienza diretta del nostro malcostume. inutile addentrarci.

    eppoi, Massimo, questi italiani atipici, ammesso che esistano, chi li rappresenterebbe? l'onesto Trav? l'onesto Grill?... oppure coloro che vogliono la rivoluzione? senza però spiegare mai rivoluzione di chi, per chi, a che cosa, per cosa e cambiando cosa?
    tra la rivoluzione che vogliono fare i grillini e lo status quo, meglio lo status quo.

    sull'inno, era una provocazione demenziale. tanto lo so che lo Stato non promuoverebbe mai un'arte al di sopra dei suoi protetti e dei suoi cittadini. è per questo che Mameli va benissimo.

    ciao

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  5. Non nutro alcuna speranza particolare ... non stimo Grillo, né Travaglio, né chicche e e ssia.
    L'italiano è un popolo che in genere mi sta sul c***o ... eppure io questo paese lo amo. Sembra strano, antiquato, sentimentale, ma è così. Non cambierei questa mia "patria" con nessun'altra.
    Forse niente cambierà mai ... forse va bene così.

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  6. Massimo, l'abbiamo detto tante volte io e te, non è l'esterofilia che risolve i problemi, così come non li risolve la nostalgia per l'antico... ma questo non toglie che il nostro paese ha una popolazione molto spiacevole che ama molto le storie ma pochissimo le idee... è un paese senza alcuna forza d'astrazione, in cui l'idea del cambiamento non è contemplata se non come sgravio fiscale. un popolo che ha dimostrato bellamente nella sua storia che la libertà e il rispetto delle regole gli interessano meno della diuresi e delle erbacce nel giardino...

    poi sì, anche io sono legato all'Italia, per lo meno a tre città italiane in cui sono vissuto per un lasso di tempo considerevole. ma in verità sono legato alle persone con cui ho vissuto, non certo ai palazzi, oppure sono legato ai vizi degli italiani nella misura in cui sono i miei vizi, il che vuole dire amare sé stessi, le proprie fittizie abitudini, oppure peggio ancora vuol dire guardare le nostre debolezze e quella degli altri consimili con una guancia ed una goccia di benevolenza, di bonaria giustificazione... tanto "è a fin di bene"... no?

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  7. Furon fischi da brigante.

    ilMatt., http://www.youtube.com/watch?v=HlsIJvaNq5s

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  8. bellissima,
    anche questa mi/ci rappresenta meglio (a noi atipici?) dell'inno di m.

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  9. quest'altra lo è ancor di più
    shitascionism al cubo :D

    http://www.youtube.com/watch?v=azLf1WhxW9E

    ilMatt., perché tanto nn sto ad abbuffarvi la guallera sulla vergognosa retorica dello stato, a cui è giusto rispondere con fischi e banane gonfiabili - è il teatro, bamboli ;)

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  10. http://www.oilproject.org/lezione/a-se-stesso-di-leopardi-andrea-cortellessa-legge-e-commenta-la-poesia-1366.html

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  11. Din,
    Yawn.
    Non cìô capito un carro.
    Armato.
    Tutto è vanità.

    ilMatt., "il ragazzo è tanto intelligggente ma non ss'imppegna"


    Me lo canto da me. Vafammocc!

    Or poserai per sempre,
    stanco mio cor. Perì l’inganno estremo,
    Ch’eterno io mi credei. Perì. Ben sento,
    In noi di cari inganni,
    5
    Non che la speme, il desiderio è spento.5
    Posa per sempre. Assai
    Palpitasti. Non val cosa nessuna
    I moti tuoi, né di sospiri è degna
    La terra. Amaro e noia
    10
    La vita, altro mai nulla; e fango è il mondo.10
    T’acqueta omai. Dispera
    L’ultima volta. Al gener nostro il fato
    Non donò che il morire. Omai disprezza
    Te, la natura, il brutto
    15
    Poter che, ascoso, a comun danno impera,15
    E l’infinita vanità del tutto.

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  12. non vorrei diventare un eresiarca (industriale di eresie navali) ma, prescindendo da cortes, a me che venero il conte recanatese (e prego tutti i giorni col muso rivolto alle marche), le poesie del Leopardi non mi entusiasmano. Stimo il nostro di più come scrittore, studioso e pensatore morale tra i più importanti dalla Grecia in poi. ritengo che gli abbiano dato eminenza poetica per antologizzarlo, incasellarlo come che sia nella letteratura italica alti sonante. non volevano, insomma, farselo scappellare, e vedere le nostre sillogi scolastiche in sudorazione come con Machiavelli e Galileo che da buoni border line ancora se la ridono nella t(r)ombra.
    come poeta, rispetto a Leopardi, allora, preferisco Manzoni.

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  13. ... vabbe' che stiamo nei fumi ascensionali della white widow ed è l'unica cosa, questo coso che ho tra le dita, di cui ho consapevolezza: ma cazzarola, nn riusciamo a smettere di ridere! siamo in quattro, ahahahaha, lo stiamo ascoltando in loop, mo ne facciamo un mp3 di questo professorone e lo smerciamo d'ovunque un po', uah che jingle! ahahahahahaha, ma nemmanco un imitatore tagliato con michelin e catrame di Carmelo, potrebbe far meglio di Corte-les(s)a, che stufato! che brodo! w la squola! w leo!

    lMttln...

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  14. Din,
    non è quistione di stima o respect vs Manzo Leo Pippolito, Alph e tutta la nazionale cantante... ma è l'inter-pretazione, catanazzo!
    Mado', io ci penso e rido. Rido e ci penso. E ci metto il pensiero. E rido. E rido. Stolto che non son altro :D :D :D

    ilMatt.

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  15. ahahahahaha stiamo cantando il canto di Leo sul motivo di Blitzkrieg Bop! :D :D :D

    ilMatt., http://www.youtube.com/watch?v=K56soYl0U1w :D :D :D!!!

    Ci sentissi, Din! :D

    supershitashionism!

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  16. però le operette morali, però - e la poesia sì è troppo pianto, c'avremmo sperato più denti! (che poi restando in tema uscendo, mi sembra fosse quello che scriveva da qualche parte il Dossi celiando sul Leo)

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  17. ULTRESTROPHYCA!

    ilMattolini

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  18. Siamo annoiati, proviamo amarezza ora sulle papille gustative e intorno alla cortezza cerebrale residua. Vediamo un mare di fango. E ciò farebbe di noialtri, serrati in una camera di una città, dei nichilisti?
    Ma perché non parliamo del coso/ascoso?
    Del gliuommero che scatena, dei percorsi che traccia, delle orme che crea e cancella e di nuova crea, del nascon-din col mostriciattolo delle tenebre, della ricerca?

    ilMatt., in tregua

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